Napoli, inchiesta appalti: spunta ricatto al figlio di Di Pietro

di Antonio Taglialatela

Rosa Russo IervolinoNAPOLI. Dopo la sequela di arresti nell’ambito dell’inchiesta “Global Service”, il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, sta cercando di ricostruire la giunta prima di capodanno.

Dopo aver incassato diversi ‘No’ (e c’era da aspettarselo, visto che difficilmente si può trovare chi accetti una patata così bollente), è stato accettato il primo invito. Parliamo dell’economista Francesco Boccia, avversario di Nichi Vendola alle primarie pugliesi del Pd, che sarà il nuovo assessore al bilancio. Altro nome che la Iervolino vuole portare nella sua squadra è quello dell’ex ministro Tiziano Treu.

L’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, invece, non ne vuole sapere di far parte del nuovo esecutivo, e annuncia che, entro fine anno, il partito uscirà la giunta Iervolino, dove ha un assessore, dalla giunta provinciale di Napoli, dove ha un altro assessore, mentre in Regione Campania il presidente della Commissione Bilancio, Marrazzo. Per Di Pietro “in Campania occorre un forte segnale di discontinuità”. Ecco perché chiede formalmente a Bassolino e alla Iervolino di dimittersi, annunciando una petizione pubblica per ottenerne le dimissioni e la presentazione di una mozione di sfiducia per il commissariamento del Comune e della Regione.

Antonio Di PietroE, a proposito dell’ex pm, emerge nell’inchiesta della procura napoletana un presunto ricatto ai danni del figlio Cristiano, dietro il quale ci sarebbe l’ex provveditore alle opere pubbliche Mario Mautone, attualmente ai domiciliari. Secondo la relazione della Dda, Mautone, una volta ricevuta notizia del suo trasferimento “esterna tutta la sua amarezza per l’inaspettato provvedimento ai suoi amici più intimi e tutti sono concordi sulla linea da adottare: ricattare il figlio del ministro (riferimento al periodo in cui Di Pietro era ministro delle Infrastrutture, ndr). Un tentativo, osserva la Dia, che risulterà vano poiché Mautone sarà ugualmente trasferito nonostante l’intervento di alte cariche istituzionali scese in campo per verificare la possibilità di dare un interim a Mautone, e poi sostituirlo con persone da loro indicate per “dare continuità”. In un’intercettazione telefonica, la moglie di Mautone invita il marito a ricordarsi come lui si è “messo a disposizione di quel cr.. di Di Pietro con il figlio” e si chiede “come mai questo non sia servito a niente”. E, in un’altra conversazione, la stessa donna dice a Mautone: “Tu non ti devi muovere da Napoli. Il potere che tieni qua non lo puoi tenere a Roma”, e lo invita nuovamente a ricattare il figlio di Di Pietro, “che è l’unico sistema”. L’arma del ricatto sarebbero le richieste che Cristiano Di Pietro avrebbe avanzato per far affidare incarichi a persone da lui segnalate.

Intanto, l’imprenditore Alfredo Romeo, il deus ex machina del “sistema”, così come è stato definito, è atteso per un uovo interrogatorio, mentre la Procura starebbe ora lavorando sui rapporti tra lo stesso imprenditore e la Regione, sulla scorsa di alcune intercettazioni tra lui e la presidenza.

Immediata la risposta del leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro che commenta così la notizia: L’unica cosa da dire è: buon lavoro ai magistrati, perché quando non si ha nulla da temere, non si temono certo le indagini. Quello che abbiamo letto sui giornali – dice – è un film senza capo né coda, ma siccome non ho nulla da temere, non mi unirò, come in molti speravano, alla politica paludata che se la prende coi magistrati e chiede la riforma delle intercettazioni. Anzi – continua Di Pietro – io penso che le intercettazioni siano un utile strumento di indagine e dico ai magistrati di fare tutte le indagini che vogliono perché non abbiamo nulla da nascondere.Qualcuno ha proseguito l’ex pm – potrebbe chiedermi se sia un caso il fatto che queste intercettazioni escano fuori proprio all’indomani del voto in Abruzzo e nel giorno stesso in cui vado in Campania e confermo l’uscita degli esponenti dell’idv dalle giunte provocando possibili elezioni. E sempre nello stesso giorno in cui indico la responsabilità politica del sindaco, del presidente della Regione e della Provincia su quello che sta accadendo. E’ vero, potrebbe essere una spiegazione interessante e potrebbe giustificare quello che succede.Siccome io non ho nulla da temere – ha sottolineato sorridendo Di Pietro – sapete che vi dico: ‘e che me frega?’ che mi importa se lo hanno fatto per delegittimare o meno? Sarebbe solo una dietrologia e a me non interessa. E siccome, ripeto, non ho niente da temere, auguro buon lavoro ai magistrati che fanno il loro lavoro. Vadano pure avanti e si facciano tutte le indagini che si devono fare”.

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