Tribunale del Malato: “Più attenzione verso il San Rocco”

di Redazione

ospedale San Rocco SESSA AURUNCA. Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del dottorRuggiero Cervo, responsabile del Tribunale per i diritti del malato,in merito alla questione dell’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca.

Come associazione di volontariato, seguiamo le vicende dell’ospedale S. Rocco di Sessa Aurunca da più di vent’anni. Abbiamo consumato la strada degli assessorati alla Sanità, della Asl Ce2, Aversa, Napoli,, direttori generali e amministrativi, tecnici ritenuti importanti; abbiamo presentato petizioni di migliaia di cittadini, effettuato tantissime telefonate. Qualcosa l’abbiamo ottenuta; qualcosa, evidentemente, l’abbiamo imparata, abbiamo imparato soprattutto che l’utenza, nella Sanità, è l’ultima cosa. Ma, come si sa, non si finisce mai d’imparare e noi abbiamo avuto una lezione, stavolta in positivo, nella riunione avvenuta domenica 26 ottobre, alle 17 del pomeriggio, in una stanza dell’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca. In quella occasione abbiamo finalmente assistito, non solo da testimoni, alla valenza positiva che può avere la sinergia tra più forze: politiche, sanitarie, sociali, religiose, di volontariato, sindacali.

L’incontro, promosso proprio dal volontariato, è avvenuto tra i Sindaci dell’Alto Casertano, il consigliere regionale Gennaro Oliviero, il Vescovo della diocesi di Sessa Aurunca, monsignor Antonio Napoletano, medici e paramedici del nosocomio, forze politiche di tutti gli schieramenti, nell’interesse, questa volta, di un presidio ospedaliero unico, di frontiera, già al limite delle sue forze esangui, la cui utenza non può essere ulteriormente penalizzata e umiliata con tagli che dovrebbero essere rivolti a ben altri sprechi. Durante l’incontro l’onorevole Oliviero illustrò alcune incongruenze presenti nel Piano di riqualificazione e razionalizzazione del Servizio Sanitario della Regione Campania riguardanti il San Rocco e s’impegnò a presentare osservazioni e emendamenti in Giunta Regionale, perché si riconoscesse la necessità che il nosocomio di Sessa fosse di 2° livello e, parimenti, la dignità di cittadini che hanno sempre lottato perché fosse riconosciuta la valenza di un presidio indispensabile a un territorio altrimenti costretto a fare ricorso a strutture del Basso Lazio o a quelle private, con ulteriori perdite economiche per la Sanità della Campania.

Osservazioni e emendamenti – spediti via fax a tutti i Sindaci e al T.D.M., già due giorni dopo la riunione – contenenti una analisi precisa, con motivate ragioni di carattere sanitario, territoriale, economico, sociale, in base alle quali erano ingiustificati i tagli dei posti letto al S. Rocco e la riduzione a ospedale di 1° livello, a meno di non privilegiare e rafforzare le cliniche private, fenomeno, questo, denunciato più volte dal T.D.M. I Sindaci (erano presenti il sindaco di Sessa A. Luciano Di Meo, e i suoi colleghi di Cellole, Carinola, Mondragone, Roccamonfina) si impegnarono, a loro volta, a sottoscrivere un documento, firmato poi da altri sei sindaci, in difesa del nosocomio di Sessa e ad attivare anche l’Amministrazione provinciale in tal senso.

E, fin qui, la prova che quando ci si muove senza steccati di appartenenza, ma nell’interesse di tutta una cittadinanza, gli obiettivi si raggiungono e non possiamo che rallegrarcene. Ma, attenzione, questo importante movimento sinergico non può limitarsi, se mai lo fosse, alla dimostrazione di essere politicamente forti abbandonando, ancora una volta, i tanti problemi che assillano l’ospedale San Rocco e che, finora, non hanno permesso che diventasse una struttura più avanzata e credibile, nonostante gli sforzi della maggior parte di medici e paramedici. Non dimentichiamo che questa struttura soffre di una endemica e annosa carenza di personale medico, paramedico, di personale O.S.A.; non dimentichiamo che abbiamo da oltre dieci anni un cantiere aperto che ha penalizzato reparti come quello di dialisi, pronto ma mai entrato in funzione perché in quelle stanze si è trasferito il servizio di analisi; non dimentichiamo che alcuni reparti come cardiologia e radiologia, lavorano al limite delle proprie forze, richiedendo ai sanitari un surplus di lavoro non giustificabile, tanto che la Radiologia comincerà a lavorare a orari ridotti con le conseguenze prevedibili in un ospedale dove arrivano in Ps decine di ricoveri al giorno; non dimentichiamo che, sempre per i lavori eternamente in corso, è stato smantellato il servizio di mensa affidato a imprese distanti qualche decina di chilometri e che la qualità del cibo non è sempre rispondente agli standard necessari; non dimentichiamo un servizio di psichiatria privo di psicologi; non dimentichiamo concorsi indetti e mai espletati. Altro ancora ci sarebbe da lamentare.

E dunque noi chiediamo al sindaco Di Meo, ai Sindaci del Distretto, all’on. Oliviero, di non coricarsi sugli allori di un obiettivo raggiunto che potrebbe non avere nessuna valenza se tutto dovesse rimanere nell’attuale stato di precarietà in cui non sempre si possono assicurare le prestazioni necessarie. Sarebbe oltremodo interessante se cominciassero a spiegarci, anche dalla dirigenza della Asl Ce2, senza fare ricorso a un linguaggio criptico, quali sono le ragioni “occulte” che tengono in piedi un cantiere non più sopportabile né tanto meno giustificabile. I nostri rappresentanti politici occupano posti importanti ai quali li hanno condotti i voti di cittadini che sono in attesa di ulteriori risposte per risolvere problemi che non possono più essere rimandati sine die.

Rivolgiamo dunque a loro un appello perchè il problema non venga rimosso, e invitiamo tutti i cittadini a non tacere e a ricordare che buoni cittadini fanno buoni amministratori e possono realizzare insieme il Buon Governo”.

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