“Unico Campania”, dal 1 gennaio 2009 ‘crisi’ per il bigliett

di Redazione

NAPOLI. Il Biglietto Unico che dal 2001 accompagna i campani e che ha valenza su Napoli e su ben 156 comuni della Regione, potrebbe andare in pensione.

Purtroppo il pensionamento potrebbe però non vedere nuove soluzioni e grosse nuvole si intravedono all’orizzonte. Il titolo unico di viaggio, voluto fortemente da Ennio Cascetta, assessore regionale ai trasporti, nasceva da un accordo che vedeva tutti insieme Anm, Circumvesuviana, Actp, Metronapoli, Sepsa-Sita e Trenitalia. Oggi Trenitalia, che detiene il 22% del pacchetto e altre due sigle quelle di Sita e Cstp (che nel frattempo hanno sostituito quelle già esistenti), comunicano che a far data dal 1° gennaio 2009 escono dal pacchetto. Alla base i soliti problemi di cassa, l’operazione infatti costava 16 milioni di euro ogni anno e solo in parte si riesce a racimolare questa cifra, che vede il Consorzio in perdita crescente, si va infatti dai 2 milioni del 2007 a quelli che potranno essere 4 e più milioni del 2008, colpevole anche l’aumento del costo del carburante e delle spese vere e proprie di gestione del Consorzio. Il sindacato della Cgil lancia l’allarme, Federico Libertino, segretario regionale interviene senza mezzi termini: “I vantaggi sono noti a tutti, il sistema tariffario Unicocampania è un fiore all’occhiello della nostra regione e va assolutamente difeso. Bisogna assolutamente evitare un ritorno al passato, con effetti negativi per tutti: utenti, aziende e lavoratori: E’ necessario si apra un tavolo di trattativa con la stessa Regione Campania”. Per la Ugl “le colpe vanno ricercate proprio nella Regione Campania – ribadisce il segretario regionale Francesco Falco – che non ha supportato il funzionamento del sistema, che ha visto nel tempo la trasformazione del Consorzio, da semplice distributore di biglietti a società vera e propria con assunzione di personale ed iniziative proprie”. Al momento di certo le probabilità della scomparsa di Unico sono forti e probabilmente un altro duro colpo alle tasche dei campani arriva proprio con il nuovo anno.

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