“Sim ‘e Napule”, la Procura emette altre 18 ordinanze

di Redazione

telefonoNAPOLI. Seconda parte dell’operazione “Sim ‘e Napule” che, lo scorso mese di aprile, portò all’esecuzione di 11 ordinanze di custodia cautelare.

Oggi altri 18 provvedimenti restrittivi (17 ai domiciliari e uno in carcere) sono stati emessi dalla Procura di Napoli per reato di frode organizzata ai danni della Telecom. A conclusione delle indagini condotte dai magistrati partenopei della Dda e dalla Guardia di Finanza di Napoli sono stati eseguiti sedici arresti per i reati che vanno dall’associazione per delinquere all’abusiva introduzione in sistemi telematici, alla truffa con la contestazione anche della circostanza aggravante di favorire associazioni di tipo camorristico. Altri due provvedimenti cautelari sono ancora un fase di esecuzione a causa dell’irreperibilità dei destinatari. Il provvedimento giudiziario è frutto, come riferisce una nota del procuratore capo Giandomenico Lepore, di complesse indagini condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli e del Nucleo speciale frodi telematiche – Gruppo anticrimine tecnologico, nei confronti di un’organizzazione criminale dedita all’abusiva intromissione nel sistema informatico della Telecom che consentiva di realizzare una frode ai danni della compagnia telefonica stimato in circa 50 milioni di euro. In particolare, l’attività fraudolenta si concretizzava nell’attivazione di numerose sim card telefoniche cellulari (circa 35mila) e nel successivo accredito su di esse di ‘bonus’ di traffico illegale. Le carte telefoniche, al momento dell’attivazione, venivano intestate in alcuni casi a nomi di fantasia o, spesso, a extracomunitari di difficile identificazione. L’accredito dei bonus era illecitamente effettuato da addetti alle pulizie in servizio presso gli uffici del customer care della Telecom Italia Mobile di Napoli, utilizzando login di operatori che al momento dell’effettuazione delle ricariche risultavano assenti. La frode si realizzava con il riversamento dei cospicui volumi di credito telefonico illecitamente ricaricato sulle schede Sim verso numerazioni non geografiche a tariffazione aggiunta (199, 166, 892) assegnate a società riconducibile a persone compiacenti. Società che, successivamente, monetizzavano il credito telefonico attraverso la fatturazione a Telecom delle somme derivanti dall’avvenuto traffico telefonico.

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