Parte “Il Treno della Solidarietà”

di Redazione

Pina FarinaMARCIANISE. Nell’incontro di giovedì 10 luglio, presso la biblioteca comunale di Marcianise, in una sale gremita di donne si è dato il via all’operazione umanitaria denominata “Treno della Solidarietà”.

A presentare il progetto, la presidente dell’associazione “Noi Voci di Donne”, Pina Farina, che ha spiegato gli obiettivi e le finalità di questa iniziativa voluta fortemente: “Bisogna sforzarsi di creare una rete di solidarietà tra donne, che spesso manca a causa di un forte individualismo e di una estrema competizione fisica e professionale inculcata culturalmente. La strada della solidarietà, anche se impervia, è bella da percorrere insieme, tra amici e conoscenti, tra residenti di uno stesso quartiere, tra donne e uomini. Questa è la strada dove non conta la differenza sociale, il colore politico, ma si è uniti da un sentimento di unità sociale, consapevoli di essere vincolati in un intero, compatto e sano corpo, da cui si sprigiona quel grande amore per il prossimo! Solidarietà è un termine che giuridicamente indica il modo di essere di un rapporto di obbligazione che lega il destino di un individuo a quello degli altri individui che uniti, agiscono per il suo bene. Laddove c’è bisogno di aiuto umanitario c’è sempre un’ associazione che ci fa onore. La nostra associazione, intende, intervenire in favore di un villaggio nell’isola di Tumbatu a nord-ovest di Zanzibar, dove la penuria di acqua, oltre all’imperante miseria, mette a dura prova la sopravvivenza della popolazione, raccogliendo fondi per la costruzione di un pozzo per l’acqua potabile, dove potersi rifornire del prezioso liquido, e non solo, in tal modo sarà possibile, diminuire la mortalità infantile causa dell’uso dell’acqua non potabile, prevenire le malattie legate all’uso di acqua contaminata (tra cui la malaria che si diffonde in presenza di acqua ristagnante), liberare donne dal gravoso quotidiano del trasporto dell’acqua, consentire alla comunità di irrigare gli orti, favorendo la produzione agricola migliorando l’alimentazione”.

Ad intervenire all’incontro, inoltre, una delle socie, Anna Ercolano, che ha affermato: “La solidarietà è un modo diverso di pensare la relazione con altre persone, in particolare con chi è più fragile, debole o povero. Inizialmente essa si colloca in un ambito affettivo e comportamentale, ma occorre che si passi subito dallo stato emozionale al gesto concreto per essere considerata tale. Dinanzi a situazioni di disagio, violazione dei diritti fondamentali delle persone, a violenze fisiche e morali, molti si richiudono in atteggiamenti di indifferenza, alcuni avvertono un senso di inquietudine e malessere, ma si sentono impotenti ed erigono un muro più alto e ostile di quello di Berlino! Altri si lasciano interpellare, si fermano ad ascoltare e a riflettere sulle condizioni disumane in cui riversano uomini, donne e bambini dimenticati da questa società tecnicamente avanzata, industrializzata e computerizzata. Queste persone che si fermano a discutere non sono migliori, nè sono eroi, ma semplici cittadini con tutti i pregi e i difetti del nostro tempo, ma hanno solo il coraggio di informarsi, pensare e studiare una strategia diversa che possa migliorare la vita a chi da solo non potrebbe mai farcela”.

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