Bosnia, arrestato il criminale di guerra Karadzic

di Antonio Taglialatela

Radovan KaradzicBELGRADO. E’ stato arrestato nel pomeriggio di ieri l’ex leader dei serbo-bosniaci, Radovan Karadzic, ritenuto responsabile di genocidio per l’assedio di Sarajevo, durato 43 mesi e costato la vita a 12 mila persone, e per la strage di Srebrenica del 1995, che ha portato al massacro di 8 mila musulmani.

Karadzic era seguito dalla polizia da alcuni giorni ed è stato catturato a bordo di un autobus vicino Belgrado, città dove sotto il falso nome di “Dragan Dabic” lavorava come medico per una compagnia privata e dove camminava indisturbato per strada, nemmeno i suoi vicini erano a conoscenza della sua vera identità. Attualmente è detenuto a Belgrado in attesa dell’estradizione al tribunale dell’Aja. L’ex ricercato sarà processato per i crimini compiuti durante la guerra dei Balcani. La legge serba prevede per Karadzic la possibilità di presentare ricorso contro il trasferimento, come già annunciato dal suo avvocato. Nel corso del primo interrogatorio si è limitato a dire: “E’ una farsa”.

Karadzic era al primo posto fra gli ultimi tre ricercati rimasti nella lista nera del Tribunale internazionale dell’Aja (Tpi) per i crimini di guerra nella ex Jugoslavia. Latitante da 13 anni, deve rispondere delle accuse di genocidio, crimini di guerra e contro l’umanità per il ruolo svolto nella sanguinosa guerra di Bosnia (1993-95, 200 mila morti in totale), la più feroce fra quelle scatenate dalla disgregazione della Jugoslavia.

Il primo ad esprimere soddisfazione per l’arresto è stato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon: “Un momento storico per le sue vittime, che hanno aspettato tredici anni che fosse portato di fronte alla giustizia. Un arresto che – ha proseguito il segretario – consentirà al tribunale penale internazionale di avvicinarsi al completamento del suo mandato e di portare giustizia alle vittime degli atroci crimini commessi”. Ban Ki-moon, però, ricorda che “il lavoro non sarà completo finché non saranno catturati e processati tutti i fuggitivi”. Un riferimento chiaramente legato all’ex generale Ratko Mladic, altro super ricercato per crimini di guerra. Anche l’Unione Europea, attraverso la presidenza francese e il presidente della commissione Borroso, ha salutato come “ottima notizia” la cattura.

“Un grande risultato che dimostra come il processo di avvicinamento della Serbia alla Ue deve continuare a grandi passi”, ha sottolineato il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, arrivando alla riunione del Consiglio Esteri Ue, il quale ha ribadito che l’Italia lavorerà per la ratifica dell’accordo di stabilizzazione e associazione tra Ue e Serbia, aprendo alla possibilità futura di “una Serbia che presenta domanda di adesione alla Ue”.

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