De Franciscis solleva la questione cattolica nel Pd

di Redazione

Sandro De FranciscisCASERTA. “Il dibattito sull’impegno dei cattolici in politica e sulla rappresentanza dei laici credenti deve a mio giudizio irrompere anche nella riflessione sull’identità del Partito Democratico della Campania”. Lo afferma il presidente della Provincia Sandro De Franciscis.

“Bene ha fatto Francesco Rutelli – continua – a sollevare la questione e a evidenziare tutte le perplessità mostrate dall’elettorato cattolico verso il Pd. In Campania, dove i moderati esercitano da sempre una funzione importante rivestendo un ruolo di primo piano nella definizione delle scelte politiche, il Partito Democratico deve ugualmente interrogarsi. Il tema è: il Pd, come incontro delle esperienze e delle aspirazioni di essere casa comune dei moderati come dei riformisti, si è finora rivolto a pieno titolo a questa enorme e preponderante fetta di elettorato? Si è chiesto perché questa grande “riserva di valori”, così come la definisce Rutelli, è rimasta ai margini della campagna elettorale o, al più, ha voluto accordare il suo voto al Pdl?

La storia politica ci insegna che la Campania è una regione a vocazione assai ancorata ai valori del cattolicesimo. Valori che si riconoscono oggi con marcata evidenza anche nella breve ma già significativa tradizione e nel Dna del Partito Democratico. Per questi motivi, quelli di noi credenti, che riteniamo il Pd come il partito di approdo naturale, dobbiamo sentirci come accolti in una casa comune. Perché i cattolici campani si sentano a casa loro nel Pd occorre quindi reinterpretare anche nella nostra regione in chiave moderna quei valori e quelle istanze del mondo cattolico e moderato, non più e non solo sulla base del senso di appartenenza ma esercitando su questa parte di elettorato il fascino di scelte programmatiche che rispecchiano una concezione della società quanto più vicina alla domanda di solidarietà e di giustizia sociale. Quella del Pd verso l’elettorato cattolico diventa in Campania, se possibile, responsabilità ancora più ampia. Il Pd è oggi forza di governo nei maggiori enti, dalla Regione alle Province ai Comuni capoluogo. Il nostro partito deve perciò avvertire su di sé il peso di questa responsabilità ed assumere senza tentennamenti un ruolo di guida autentica. Dobbiamo trovare in noi la capacità di renderci interpreti delle istanze che arrivano dai diversi mondi, senza tralasciare anzi puntando al patrimonio di esperienze che provengono dai settori del volontariato e dell’associazionismo. La vera sfida sarà quella di rendere abitabile la nostra casa anche per tutte queste sensibilità, per questa rete di esperienze e di valori oggi ai margini della riflessione politica e disillusa. Il Pd deve farlo aprendosi a relazioni sempre più strette anche con quella parte politica, l’Udc, con la quale già dialoga e che ha compiuto la chiara scelta di definirsi alternativa alla coalizione che sostiene Silvio Berlusconi. Una parte politica che condivide con noi cattolici del Partito Democratico, valori, storia e tradizione. E deve mettere in campo, il Pd campano, un “Patto di popolo” su opzioni strategiche per lo sviluppo e la convivenza civile.Per determinare le condizioni per la sottoscrizione di questo “Patto”, aperto a rinnovate forme di rapporti che fondano su interessi comuni, serve che il Pd della Campania svolga una prima, irrinunciabile funzione: far recuperare ai cittadini la fiducia nelle Istituzioni. E ciò può avvenire sovvertendo quelle forme di declino della politica, che si manifestano in una evidente crisi della rappresentanza, e restituendo alle Istituzioni stesse il ruolo di punto d’incontro tra domanda e risposta, di mediazione tra richieste e aspettative della popolazione e l’offerta di servizi e di sicurezza.

Quello della sicurezza, in particolare, è uno dei punti nodali indicati nel seminario di Montecatini da Francesco Rutelli. Anche su questo il Pd deve diventare credibile, realmente credibile. Sulla questione sicurezza specie in un territorio dove gli effetti della morsa della criminalità, in particolare di quella organizzata, sono più avvertiti che altrove, non servono mistificazioni e infingimenti. È questo un tema che dovrebbe vederci meno attardati nelle generiche testimonianze di vicinanza e di solidarietà e più inclini verso la ricerca delle condizioni per sostenere concretamente le vittime del fenomeno e fortemente impegnati nella realizzazione di occasioni e di possibilità per i giovani. Meno fiaccolate e più posti di lavoro: è questo quello su cui dovremmo impegnarci, è questo quello che la comunità campana si aspetta da una rilevante forza di governo. Con la stessa concretezza va recuperato fino in fondo il ruolo della rappresentanza. Dopo il confronto e lo scambio di idee viene la decisione. Sui temi dell’ambiente in Campania dobbiamo recuperare le incertezze e porci con piglio deciso sulla strada della soluzione delle tante vertenze aperte su emergenza rifiuti e mancato avvio delle bonifiche. Lungi dall’attardarci ancora sulle responsabilità del passato, è la Campania che deve riappropriarsi del ruolo di pianificazione degli interventi, che devono essere di natura strutturale.

Sui rifiuti della Campania Berlusconi ha costruito tutta la sua campagna elettorale e adesso, con la favola dell’emergenza finita e con il favore delle sue imprese editoriali, continua a buttare fumo negli occhi. In realtà, la polvere è stata solo infilata sotto il tappeto. Così come avvenuto in provincia di Caserta, con la recente nascita di 106 Circoli, almeno uno per ogni singolo comune, il Pd dovrà cercare in tempi brevi efficaci forme di radicamento su tutto il territorio regionale per parlare alla gente e per spiegare tutte queste cose. È del tutto evidente che solo un partito con una visibile strutturazione può cercare di relazionarsi quanto più efficacemente con la base e aprirsi alla popolazione. Quello che dobbiamo creare sono forme di contaminazione fra una identità chiara e definita, che parla alle forze sociali indistintamente, ai mondi delle professioni così come a quelli dell’associazionismo e che si apre, quindi, alle esigenze dei territori, e la richiesta di partecipazione ai processi di indirizzo dell’azione politica che si leva forte e che finora è rimasta inascoltata.

Il Partito Democratico della Campania può essere sintesi e collante delle due esigenze, una forza radicata, piantata con i piedi per terra e con le orecchie ben aperte. Sono i territori, le loro risorse intellettuali e la loro spesso inespressa capacità propulsiva la vera ricchezza ed il vero potenziale del centro sinistra e quindi di una grande forza popolare e riformista come il Pd. Un patto, perché sia veramente di popolo e per il popolo, non può non tenerne conto”.

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