Da Casale un monito allo Stato: “Non lasciateci soli”

di Antonio Taglialatela

L'intervento della giovane studentessaCASAL DI PRINCIPE (Caserta). “La camorra c’è, ma anche i casalesi”. Con questo slogan, coniato dall’associazione “Libera”, una giovane studentessa si è rivolta a “chi sta sporcando” la sua terra. video

Al famigerato clan dei casalesi, nel cui “regno”, Casal di Principe, cittadina del casertano, domenica mattina si è celebrato il 156° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato.

lo scenario di Piazza VillaUn evento che segue di pochi giorni dei gravissimi fatti di cronaca, che ha visto vittime persone che avevano denunciato i loro estorsori affiliati alla cosca: Domenico Noviello, titolare di un’autoscuola, ucciso venerdì scorso a Castelvolturno, sul litorale casertano, da due killer, e l’imprenditore Pietro Russo, presidente dell’antiracket della provincia di Caserta, a cui lo scorso 13 maggio la camorra ha incendiato la sua fabbrica di materassi a Santa Maria Capua Vetere.

Presente il capo della Polizia, Antonio Manganelli, assieme ad una foltissima schiera di autorità politiche, civili e militari della Provincia di Caserta e della Regione Campania, ma anche ad un numeroso pubblico di cittadini, accorso in Piazza Villa per manifestare il grande “bisogno di Stato” di cui ha fame il popolo casalese.

Quel termine, “casalese”, che i cittadini vogliono riprendersi. Come ha gridato dal palco quella stessa studentessa: “Vogliamo riprenderci il nostro aggettivo ‘casalesi’, noi siamo casalesi, siamo stanchi di doverci vergognare di questo aggettivo. ‘Casalese’ non è il nome di un clan, ma il nome di un popolo, questo popolo che vuole affermare che c’è ed esiste. Siamo un popolo onesto, operoso, lavoratore, con una grande tradizione contadina. I nostri nonni hanno reso fertile questa terra e noi ora vogliamo difenderla da chi la sta sporcando. Siamo nati qui e vogliamo restarci”.

Antonio ManganelliE sulle scritte minacciose e gli insulti apparsi sui muri della cittadina contro lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista de Il Mattino Rosaria Capacchione, la ragazza ha sottolineato: “Se un imbecille scrive una frase sul muro quella scritta non ci rappresenta”. L’appello finale va allo Stato: “La vostra presenza, qui, oggi, ci rafforza, a patto che domani non ci lasciate soli”.

“Non lasciateci soli” questo è il monito dei casalesi onesti.

Nel suo intervento, Manganelli ha subito chiarito: “Siamo qua per non fare passerelle”. Poi ha ribadito lo sforzo straordinario che le forze di polizia stanno compiendo per “fare abbassare la testa al clan dei casalesi. Intanto, domenica scorsa, una parte dei cittadini casalesi onesti la testa ha deciso di rialzarla.

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