Genova, tre donne vendono organi per il caro-vita

di Redazione

 GENOVA. Saranno giorni duri per il neoeletto presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. I problemi che ha l’Italia sono diventati insostenibili un po’ per tutti.

A conferma vi è una notizia che ha dell’incredibile: tre donne genovesi per continuare a vivere hanno messo in vendita i propri organi. La disperazione sta diventando talmente insostenibile che spinge le persone a vendere persino parti del proprio corpo e ciò significa che il limite della sopravvivenza è superato. Quello che mi stupisce di più è che una di esse ha messo in vendita il proprio occhio, un bene prezioso del corpo umano che solo la disperazione può costringerti a disfartene. La disperazione è diventata quotidiana poiché ogni giorno si deve combattere contro il caro vita, soprattutto con le tante bollette che arrivano sempre più salate e si è nell’impossibilità di pagarle. In agguato c’è sempre quello strumento repressivo chiamato Equitalia che aumenta la disperazione dei cittadini oppressi dai pignoramenti e dalle ingiunzioni di pagamento senza che lo Stato comprenda che il cittadino non è più in grado di pagare. Sono passate poche ore dalle elezioni ed il compito che si presenta dinanzi al nuovo esecutivo non è di quelli facili: affrontare la fame che circonda un numero sempre più crescente di famiglie. Intorno al malessere che ha colpito l’Italia innanzitutto c’è il caro vita con gli alimenti che non hanno un prezzo stabile ma variano giorno dopo giorno aumentando sempre di più. Gli enti locali, soprattutto i comuni, sono anch’essi alla fame. Quasi dappertutto le amministrazioni comunali hanno chiesto anticipazioni di cassa per mandare avanti la macchina amministrativa, contemporaneamente innalzano gli importi dei tributi per venire incontro alle esigenze economiche ma, soprattutto, per coprire gli interessi passivi che maturano, appunto,con i crediti ottenuti. Oggi la Lega chiede il federalismo fiscale e ciò vuol dire che il 50-60 % degli incassi di una Regione devono rimanere lì e non essere trasferiti allo Stato centrale. Chiaramente per il Nord va bene poiché la loro ricchezza è immensa, ma al Sud? Cosa resta al Sud? Il Mezzogiorno non produce abbastanza ricchezze per essere autonomo e non ha risorse produttive come quelle del Nord. Allora come si farà? Berlusconi ha parlato di un federalismo generoso ma non ho ancora capito cosa volesse intendere. Un dato è certo, i cittadini iniziano a vendersi parti di sé stessi, quello di Genova è un caso isolato ma se continua di questo passo un pensierino lo faranno in molti!

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