Giovani Pd attaccano Pdl: stipendi più bassi per parlamentari

di Redazione

il gazebo del PdAVERSA. “Il Popolo della Libertà oggi è compatto? Naturalmente noi ci siamo posti questa domanda: Ma su cosa? Solo campagna elettorale! Chiedono un voto per mandare a casa Bassolino”.

“Praticamente – affermano i Giovani del Pd aversano in una nota – una campagna elettorale basata su questo solo tema, ed una coalizione che ha come unico collante la continua criticata a questa persona. Sembra un film già visto, ma a parti inverse Chiedono un voto contro una persona. Con l’unica eccezione che oggi il Pd ha cambiato il modo di fare politica, non risponde alle offese, ma va avanti dritto per la sua strada con il suo progetto. Una cosa che deve portare a riflettere, semplicemente perché una grande forza riformista non può avere come scopo primario le dimissioni del presidente della regione, che sicuramente non porterebbero alla risoluzione dei problemi dei cittadini campani. Bassolino ha ovviamente delle responsabilità,che d’altronde ha pubblicamente ammesso più di una volta. Ci chiediamo allora come abbia fatto a ricevere tanti consensi da poter governare per ben due mandati a Napoli e altri due a palazzo Santa Lucia. Dovrebbe implicitamente significare che, oltre che aver fatto degli errori, ha anche fatto delle buone cose che evidentemente sono state condivise e apprezzate dalla gente. Si sa che nelle elezioni la maggior parte delle volte il voto decisivo è proprio quello degli indecisi che nei casi estremi tendono a scegliere sempre il male minore, e il pdl campano ha sempre messo in campo candidati che non hanno convinto gli indecisi, anzi hanno rafforzato il consenso sulla persona di Bassolino.

In questo mese si è discusso molto di candidature e di rappresentanza sia per la provincia che per la città di Aversa. Noi ci sentiamo rappresentati a pieno dal nostro candidato che durante tutta la campagna elettorale è stato vicinissimo a noi giovani e presente in città, e siamo sicuri che Stefano Graziano ci possa rappresentare meglio rispetto a chi già ha avuto questo mandato e che ha rovinosamente fallito. Stiamo naturalmente parlando del senatore candidato nel Pdl che ci è stato imposto per ben due volte da Roma e che al di là di mettere in crisi la sua maggioranza non ha fatto niente per questa città. Ma possiamo continuare, parlando del consigliere regionale che è stato solo capace di reclamare una poltrona da coordinatore provinciale con i voti degli aversani. Sarebbe ancora più facile parlare del sindaco. Un sindaco che non riesce ad amministrare. Un sindaco che ha come suo più gran nemico il suo stesso partito. Oppure il consiglio comunale spaccato ma allo stesso tempo unito dalla campagna elettorale con cambi di casacca all’ordine del giorno. Un consiglio comunale dove non ci si deve dimenticare la presenza anche dell’Udc, che a livello nazionale non ha ancora comunicato quale potrebbe essere la sua posizione in caso di sostanziale pareggio alle elezioni. Un voto all’Udc che praticamente consisterebbe in un mandato in bianco da parte degli elettori, con il guadagno poi di poter diventare ago della bilancia.Noi giovani del Pd vogliamo parlare di programmi e organizzeremo una raccolta firme per la modifica del sistema pensionistico dei parlamentari con il supporto di tutto il nostro partito e dei nostri parlamentari, che saranno i primi firmatari.

Invitiamo i nostri amici del Pdl a fare altrettanto e spero che tra i primi firmatari possa comparire anche il nome del senatore Giuliano, che con i suoi 3 mandati è uno dei più autorevoli esponenti del popolo della libertà. Le cifre di questo scandalo per i 630 deputati e per i 315 senatori del Parlamento italiano, la pensione: da 3 a 10 mila euro al mese, cumulabili con qualsiasi altro reddito, può arrivare anche all”età di 50 anni, con soli 5 anni di mandato (ma se sono, per prematuro scioglimento delle Camere,almeno due anni e sei mesi, basta integrare con pochi versamenti i contributi versati) si ha diritto a un vitalizio di 3.109 euro al mese pari al 25% dell”indennità parlamentare che ammonta a 12.500 euro circa al mese; con 10 anni (due legislature) la percentuale sale al 38% (pari a 4.725 euro al mese); con 20 anni (quattro legislature) si arriva al 68% (8.455 euro) fino ad arrivare all”80% con 30 anni (sei mandati) pari a 9.947 euro. Al vitalizio bisogna poi aggiungere il cosiddetto ‘assegno di reinserimento’ che ammonta all”80% dell”ultima indennità mensile lorda, moltiplicato per il numero di anni di mandato. Tutto questo costa, in atto, alla Camera dei deputati per i suoi 2500 pensionati, 127 milioni di euro l”anno, contro 9 milioni e mezzo di contributi correnti che incassa, e 60 milioni al Senato (che ne incassa 4 milioni e 800 mila) per i suoi 1300 pensionati circa. I privilegi dei parlamentari continuano, poi, sul piano fiscale, alle rendite vitalizie erogate da enti assicurativi privati, la tassazione si applica solo sul 60% del loro importo.

Infine, c”è la cosiddetta ‘clausola d”oro’ e cioè l”aumento automatico del vitalizio legato all”aumento dell”indennità dei parlamentari in attività. Norma, questa, eliminata, da circa 10 anni, da tutti gli altri regimi previdenziali”.

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