Diossina, anche il Giappone blocca importazione mozzarella

di Antonio Taglialatela

mozzarellaDopo il governo coreano, anche quelli di Giappone e Taiwan hanno deciso di bloccare le importazioni di mozzarella dall’Italia, a fronte dell’allarme diossina.

Lo rende noto il Consorzio di tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, secondo il quale le catene nipponiche di grande distribuzione avrebbero già iniziato a ritirare le mozzarelle dagli scaffali. Un danno enorme, considerando che l’export verso il Giappone di mozzarella di bufala campana nel 2005 si è attestato a 329mila chilogrammi, per un valore commerciale di 2,3 milioni di euro.

“Siamo sbigottiti perchè i controlli ci sono e garantiscono il consumo sicuro della mozzarella di bufala. Il segnale proveniente dal Giappone è tanto più preoccupante perchè non ancorato ad alcun riscontro di laboratorio”

, commenta il presidente del Consorzio, Franco Consalvo.

Il ministro per le Politiche agricole Paolo De Castro definisce “eccessiva” la posizione dei Paesi importatori e invita “a non generalizzare e a non creare pericolosi allarmismi, anche perché le indagini in corso in Campania dimostrano che i controlli ci sono, funzionano e garantiscono il consumo sicuro della mozzarella di bufala italiana”.

Una situazione che ha spiazzato la Commissione europea a Bruxelles, tanto che una portavoce ha ammesso di non disporre di altro se non di notizie di stampa.

Anche la Coldiretti scende in campo e sollecita subito un’azione diplomatica per evitare blocchi alle importazioni. “Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di misure sproporzionate ed ingiustificate che sono assunte sotto la spinta emotiva di informazioni false e superficiali che i Ministeri competenti a livello nazionale devono saper contrastare sulla base delle importanti attività di controllo e certificazione effettuate.

Le barriere commerciali nei confronti della mozzarella di bufala sono il primo effetto esplicito dei danni provocati a settori importanti dell’economia dai ritardi accumulati nell”affrontare l’emergenza rifiuti in Campania, alla quale vengono strumentalmente collegate. Una situazione drammatica che – afferma la Coldiretti – rischia di avere un impatto economico ed occupazionale ben più rilevante di quello della vendita della compagnia di bandiera Alitalia. Occorre fare chiarezza – continua la Coldiretti – per tutelare l’immagine di un prodotto destinato per il 16 per cento all’esportazione che offre opportunità di occupazione a 20mila persone con una produzione annuale di circa 33 mila tonnellate. La mozzarella di bufala è un prodotto simbolo del Made in Italy alimentare ed è esportata, soprattutto nei Paesi Europei ma che si sta estendendo anche al Giappone e ad altri Paesi extra europei a cominciare dalla Russia. Dal 12 giugno 1996, la Mozzarella di Bufala Campana – ricorda la Coldiretti – ha ottenuto il riconoscimento del marchio a Denominazione di Origine Protetta. Come quantità di produzione è al quarto posto tra i formaggi a denominazione di origine (Dop) nazionali ed è realizzata – conclude – per circa il 90 per cento in Campania, mentre il basso Lazio e la provincia di Foggia trasformano il 10 per cento”.

L’indagine dei carabinieri del Nas e del Noe coinvolge oltre 200 aziende, allevamenti bufalini e caseifici. Intanto, dal commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania, il professor Donato Greco, uno dei più stretti collaboratori del commissario De Gennaro, smentisce qualsiasi legame tra la crisi dei rifiuti e la contaminazione da diossina. Il responsabile del servizio veterinario della Campania, Paolo Sarnelli, rassicura: “Su 80 esami sul latte di bufala tuttora in corso nei laboratori italiani, solo 2 sono conclusi e segnalano uno sforamento minimo di diossina: 4 picogrammi (un picogrammo è un miliardesimo di milligrammo, ndr) sul limite consentito di 3. E, tuttavia, tale esito non può essere in un nessun caso considerato rappresentativo dell”accertamento globale”.

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