Giunta tecnica, un fallimento della politica

di Redazione

Domenico CiaramellaAVERSA. Certamente non è un buon esempio di come si vuole amministrare una città. Una giunta tecnica per fare cosa? Dove sono i partiti che alle scorse elezioni amministrative hanno vinto con un consenso schiacciante?

È tutto così incomprensibile quello che sta succedendo in seno all’amministrazione della città di Aversa. Alla guida c’è un sindaco capace, con qualità che tantissimi cittadini aversani gli riconoscono, ma si è ritrovato a fare i conti con una coalizione che dal primo momento gli ha messo i bastoni fra le ruote, impedendogli di governare a dovere la città. Certamente i danni maggiori li pagheranno i partiti che all’occhio dell’elettorato hanno impedito che Ciaramella potesse governare tranquillamente per il bene della città di Aversa. Soprattutto i giovani che compongono la maggioranza, l’arma vincente del futuro politico aversano, che fine hanno fatto? Si dice che la giunta tecnica dovrebbe durare un breve lasso di tempo, poi cosa succederà? Si tornerà a fare una altra giunta, con altri assessori? Ritornerà la bagarre per scegliere dei nuovi assessori o ritorneranno quelli che hanno lasciato la poltrona ai tecnici? Un dilemma che avvolge in un velo di mistero la scelta di fare un rimpasto in giunta, mettendo all’angolo la politica per dare spazio, appunto,a tecnici. La gente definisce questo cambiamento una incapacità dei precedenti assessori di svolgere il proprio ruolo politico. E’ una mortificazione che un buon politico non può e non dovrebbe accettare. Ottenere un consenso ampio in una tornata elettorale è un fattore di pregio per le persone che si mettono in gioco e ricevono la piena fiducia da parte dei cittadini. Dimostrare che non si è capaci di amministrare è un danno che inevitabilmente si ripercuote sul valore politico di ogni singola persona che è stata eletta e, inevitabilmente, si riflette sull’intera coalizione che si rappresenta. La tristezza rimane poiché, in questo frangente, con questa mossa, si evidenzia il fallimento politico dello schieramento del centrodestra aversano. I numeri per governare c’erano tutti, a cosa è servito interrompere un percorso politico per intraprendere una strada che inevitabilmente riporterà al punto di partenza? Non si vuole mettere in discussione il valore o meno dei tecnici ma si mette in discussione il valore che ha la politica di adempiere al compito assegnatogli dagli elettori. Se i partiti hanno ancora un valore devono dimostrare di saper governare, altrimenti si conferma sempre di più la tesi che gli stessi sono un “male della politica” e non svolgono la loro funzione. Non si può passare la mano a chi non è riconosciuto dall’elettorato: sarebbe come scegliere la donna della vita e poi, il giorno del matrimonio, vedere in chiesa un’altra donna, magari scelta dai familiari contro la propria volontà.

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