Aversa: una città da “riprogettare”

di Redazione

ParcheggioAVERSA. Uno dei principali problemi della città d’Aversa è la sua ridotta superficie. In appena 8,73 chilometri quadrati sono concentrati, secondo i dati ufficiali, circa 56.043 abitanti (27.071 maschi e 28.972 femmine).

In realtà, alla popolazione censita nel 2001 si sono aggiunte, nel corso degli anni, almeno altre 10.000 unità tra persone che ufficialmente risultano residenti in uno dei comuni dell’agro aversano o nei comuni della cintura a nord di Napoli, ma che in realtà abitano ad Aversa. Ci sono, poi, gli studenti universitari che vivono, in tre/quattro, in uno dei tanti appartamenti presi in fitto senza registrare il contratto. Gli extracomunitari non in regola con il premesso di soggiorno o che, comunque, per varie ragioni, non risultano iscritti ufficialmente all’anagrafe cittadina.

Aversa, quindi, deve sopportare quotidianamente il “peso” di circa 65.000 residenti e i relativi mezzi di locomozione. A questi residenti vanno aggiunte le decine di migliaia di giovani che, da ogni comune limitrofo, si recano ogni giorno in città per frequentare le scuole d’ogni ordine e grado.

A peggiorare ulteriormente la situazione caotica ha contribuito uno sviluppo edilizio, in epoca moderna, incontrollato e disordinato. Uno sviluppo non pianificato, condizionato negativamente dagli interessi dei cosiddetti “palazzinari”, che ha, di fatto, creato un tessuto urbano “senza capo né coda”. Un tessuto urbano già caratterizzato dalla presenza, tra l’altro, d’enormi “isolati” che si succedono senza soluzione di continuità, bloccando il “flusso” d’uomini, mezzi privati e pubblici.Solo per fare un esempio: pensate cosa bisogna fare per uscire da Via Ettore Corcioni una volta imboccata la strada. L’unico sistema è attraversarla interamente e questo perché nessun’altra arteria l’interseca. A completare il quadro, di per se già negativo, si deve constatare come all’espansione incontrollata delle aree edificate ha corrisposto la totale assenza di progettazione, e la conseguente realizzazione, di quelle infrastrutture fondamentali a reggere l’assalto di decine di migliaia di residenti, visitatori temporanei, autoveicoli privati e mezzi di trasporto pubblico: strade larghe e a doppia corsia, assi d’attraversamento, rotatorie alla francese, piste ciclabili, parcheggi di superficie, parcheggi sotterranei, parcheggi in silos, ponti e cavalcavia, sottopassaggi ecc. A differenza d’altre città d’Italia alcune di queste infrastrutture ad Aversa sono del tutto assenti. Incredibile ma vero, ad Aversa non esiste un sottopassaggio non ferroviario, un cavalcavia su di un incrocio importante, una rotatoria alla francese o un metro di pista ciclabile.

RotondaRotonda

Eppure i punti maggiormente critici dal punto di vista del traffico non mancano certo. Neppure la necessità di creare altri stalli di sosta (posti auto) dove poter parcheggiare gratuitamente, esigenza sentita al massimo dalla popolazione, ha spinto chi di dovere a provvedere in merito.

Approfittiamo dell’occasione per ricordare a qualche amministratore comunale, distratto dai gravosi impegni che le diatribe politiche interne alla coalizione (o a quella che fu tale) impongono quotidianamente, che la sentenza n. 116 della Corte di Cassazione respinse il ricorso del comune sardo di Quartu Sant”Elena contro un avvocato, multato per non avere pagato il posteggio a pagamento.

Il comma 8, art.7 del Codice della Strada impone, infatti, ai comuni di realizzare zone a parcheggio libero nelle vicinanze di quelli a pagamento.

Secondo la Suprema Corte, il cittadino può chiedere al giudice di pace l”annullamento delle multe inflitte, sollevando vizio di legittimità nei confronti delle delibere comunali relative all”istituzione di parcheggi a pagamento, che risultano inadempienti agli obblighi imposti dal codice della strada.

Dopo aver letto il Capitolato dell’ultima gara per l’appalto dei servizi di gestione dei parcheggi, che scadrà il 21 aprile prossimo, penso proprio che ne vedremo delle belle, altro che Quartu Sant’Elena…

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Immaginate i benefici derivanti dalla costruzione di un sottopassaggio che superi l’incrocio tra Via Raffaello Sanzio e via Torretta. Oppure di un cavalcavia che permetta di superare l’incrocio di Via Armando Diaz con la Statale 7/bis.

Adesso da Via Roberto Vitale un sottopasso ferroviario consente di superare la stazione per raggiungere Cesa e il nuovo quartiere nato a ridosso di Gricignano.

Immaginate di quali benefici godrebbe la città se si riuscisse a raddoppiare il sottopasso ferroviario (un’autentica strettoia) che da Via Vicinale Vecchia Teverola consente di arrivare alla Facoltà d’Architettura in Via San Lorenzo ad septimum, senza passare per il centro.

Non parliamo, poi, dei famosi parcheggi sotterranei in Piazzetta Don Diana o in Piazza Gugliemo Marconi dei quali tanto se ne parla in termini positivi e altrettanto se ne discute animosamente.

parcheggioparcheggio

Eppure esiste la possibilità di creare un parcheggio a più piani in alcune zone “sofferenti” della città, come, ad esempio, l’interno del cortile della Facoltà d’Ingegneria o nei pressi dello Stadio Comunale. Il sistema, innovativo, è realizzabile su più piani sovrapposti.

Si utilizzano moduli d”acciaio, combinabili in varie forme e dimensioni per sfruttare al meglio lo spazio che si ha a disposizione. Queste strutture facilmente montabili e smontabili, sono adatte proprio a quelle realtà “dinamiche” come la città di Aversa, dove si cambia spesso e volentieri “idea”.

parcheggio parcheggio
parcheggio parcheggio

Come se non bastasse l’inerzia in campo infrastrutturale, la poca propensione a cogliere le novità (o quelle che a noi sembrano tali) in materia di trasporti ci priva di quelle soluzioni già adottate e sperimentate in comuni simili al nostro.

Per il tipo d’abitudini consolidate nel tempo (corrette o sbagliate che siano) i cittadini aversani sono poco inclini ad utilizzare i mezzi di trasporto alternativo all’auto privata. Mi chiedo: perché ad Aversa non si autorizza un servizio privato di Minibus?

Sono mezzi estremamente versatili. Esistono versioni a 9 o 17 posti (più autista). Sono di dimensioni ridotte, adatti al groviglio di strade e stradine del nostro centro storico. Non costano neanche molto. Un privato che fosse autorizzato a circolare (seriamente e con costanza) di sicuro, ammortizzerebbe le spese in pochi anni.

Idem dicasi per le bici a noleggio che in centinaia di città, in tutto il mondo, sono una soluzione adottata da decine e decine d’anni, mentre ad Aversa non se n’è mai neanche parlato.

In quasi tutte le stazioni ferroviarie dell’Europa settentrionale, tanto per fare un esempio “crudele”, esiste il servizio di noleggio di biciclette singole, tandem o con carrozzino per il trasporto dei bambini. Chi scende dal treno e non ha voglia di prendere un taxi o un bus (o è uno studente che vuole mantenersi in forma) può noleggiare una bici, a tariffe più che accessibili, girare in lungo ed in largo per la città, per poi restituirla appena prima di ripartire. Stessa cosa vale per i residenti. Compresi nel prezzo: il casco, il seggiolino per i bambini o il cesto per il trasporto d’oggetti.

ciclo

Altra soluzione facilmente praticabile potrebbe essere costituita dai taxi multipli. Il taxi multiplo è una modalità diversa per utilizzare il normale servizio taxi.

Trasportare contemporaneamente un certo numero di singoli utenti o di piccoli gruppi di persone, a costi pro capite concorrenziali con i mezzi pubblici (quando ci sono), toglierebbe altre auto private dalle strade.

Autorizzare in via sperimentale un paio di taxi collettivi per il trasporto di almeno 4 persone, per corse verso una medesima destinazione, a costi abbordabili, potrebbe essere un buon sistema per valutare che tipo d’impatto hanno i mezzi alternativi alle auto sulla popolazione aversana.

Naturalmente, per non penalizzare chi richiede questo tipo di licenza, i taxi multipli dovrebbero poter svolgere lo stesso il normale servizio di trasporto.

In sostanza, bisogna iniziare ad agire concretamente per risolvere il problema del sovraffollamento, del traffico caotico, della scarsa qualità della vita e dell’aumento dell’inquinamento acustico ed ambientale.

Utilizzare soluzioni collaudate e dimostratesi efficaci è dovere dell’Amministrazione Comunale e del singolo cittadino.

Se vogliamo evitare di fare la fine delle grandi città dove la sovrappopolazione rende la vita un vero inferno sarà meglio darci da fare subito.

Tra l’altro sarà un caso, ma fra le undici città italiane con la densità di popolazione più alta, ben otto sono della provincia di Napoli ed una: (dati non ufficiali, ma molto vicini alla realtà) della provincia di Caserta: Aversa, purtroppo…

Gli 11 comuni d”Italia con la densità di popolazione più alta:

Pos.

Città

Provincia

Area (km²)

Popolazione

Densità (Popolazione per km²)

1

Portici

(NA)

4

57.777

14.444,25

2

San Giorgio a Cremano

(NA)

4,11

52.807

12.848,42

3

Melito di Napoli

(NA)

3

36.547

12.182,00

4

Casavatore

(NA)

1,62

19.608

12.103,70

5

Grumo Nevano

(NA)

2

18.883

9.441,50

6

Bresso

(MI)

3

26.814

8.938,00

7

Napoli

(NA)

117

984.242

8.412,42

8

Arzano

(NA)

4,68

37.994

8.118,38

9

Frattaminore

(NA)

1,99

15.987

8.033,67

10

AVERSA

(CE)

8,73

65.000

Dati più vicini

alla realtà

7.445,58

Dati più vicini

alla realtà

11

Sesto San Giovanni

(MI)

11

81.031

7.366,55

AVERSA

(CE)

8,73

56.043

Dati ufficiali

6.419,5

Dati ufficiali

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