Thyssenkrupp, manager indagato per omicidio volontario

di Antonio Taglialatela

ThyssenKruppTORINO. L’amministratore delegato della ThyssenKrupp, Harald Espenhahn, è indagato con l’accusa di omicidio volontario nell’ambito dell’inchiesta sul rogo dello scorso 6 dicembre all’acciaieria di Torino, costato la vita a sette operai.

Si tratta della prima volta che, per un caso di infortunio sul lavoro, un giudice contesta l’omicidio volontario al manager di un’azienda. Altri cinque dirigenti sono invece accusati di omicidio colposo, incendio colposo e omissione volontaria di cautele contro gli incidenti. Stando ai documenti prodotti dalla Procura, sembra che la decisione di chiudere lo stabilimento torinese per trasferire a Terni l’intera produzione della Thyssenkrupp avrebbe comportato una “disattenzione” della stessa azienda rispetto alla manutenzione e alla sicurezza sul posto di lavoro. Infatti, negli atti dell’inchiesta i giudici sostengono l’amministratore delegato Espenhanh avrebbe posticipato dal biennio 2006-2007 a quello 2007-2008 investimenti per il miglioramento dei sistemi antincendio dello stabilimento di Torino, sapendo che a quella data la sede sarebbe stata chiusa. La Procura, che ha ascoltato i superstiti, i vigili del fuoco (c’è anche la testimonianza del comandante Giorgio Mazzini, morto per un malore il 3 gennaio scorso), ha preso come riferimento anche i due precedenti incendi nelle fabbriche della Thyssenkrupp, quello a Torino nel 2003 e l’altro in Germania, nonostante i quali i manager non avrebbero fatto nulla per ridurre il rischio di incidenti. “Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati di chiudere entro fine mese dando la giusta risposta ad un’istanza di giustizia che ci è stata fatta dal paese. Questa è la dimostrazione di come sarebbe necessaria una Procura nazionale in materia di sicurezza sul lavoro”, ha commentato il procuratore Raffaele Guariniello.

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