L”indipendenza del Kosovo divide l”Europa

di Antonio Taglialatela

il premier Thaci con la nuova bandiera del KosovoBRUXELLES. L’Europa è divisa sulla dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo, proclamata domenica scorsa dal parlamento dell’ormai ex provincia serba a maggioranza albanese.

A Bruxelles è stata convocata una riunione tra i ministri degli esteri Ue per stabilire i passi successivi all’indipendenza, a seguito della decisione, già adottata, di inviare 2000 poliziotti e magistrati in Kosovo per aiutarne la transizione. “Molti paesi membri della Ue sono pronti a riconoscere il Kosovo”, ha detto Dimitrij Rupel, ministro sloveno degli esteri e presidente di turno della Ue, precisando però che il riconoscimento è un fatto individuale che compete a ciascun Stato membro. Proprio per questo la presidenza Ue si limiterà a prendere atto dell’indipendenza di Pristina e lascerà ad ogni Stato membro la liberà di agire. Finora sono sei i paesi che hanno detto di non riconoscere il Kosovo indipendente: Cipro, Bulgaria, Romania, Slovacchia, Grecia e Spagna. A questi si aggiungono paesi extraeuropei, quali Russia e Cina, entrambi membri del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Tutti assieme sostengono che Serbia e Kosovo devono raggiungere un accordo attraverso negoziati, restando all’interno della legalità internazionale. Dietro le quinte si cela la preoccupazione di alcune nazioni che da tempo fronteggiano la volontà di indipendenza di alcune loro regioni. La Russia ha il problema di Akbazia ed Ossezia (regioni della Georgia), la Cina con Taiwan e la regione musulmana dello Xinjiang, la Spagna con la minoranza basca, la Slovacchia con le minoranze ungheresi. Intanto, il parlamento della Serbia oggi approverà l’annullamento degli atti, definiti “illegali”, relativi all’indipendenza del Kosovo, poiché quest’ultimo è parte inalienabile del sistema politico serbo in base alla costituzione serba e alla carta delle Nazioni Unite. Serbia che potrebbe tagliare al Kosovo le forniture di energia elettrica, a loro volta provenienti dalla Russia, intenzionata a boicottare la neonata repubblica.

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