Tutela delle acque, a Salerno esperti a confronto

di Redazione

 SALERNO. “In Italia si calcola una disponibilità idrica annua pro–capite compresa tra 2.000 e 5.000 mc.

Non siamo sui i livelli del Canada ( 50.000 mc ), della Svezia o della Norvegia, che vantano una disponibilità di oltre 10.000 mc per abitante, ma siamo messi meglio di tanti paesi industrializzati, come la Germania, ad esempio che può contare su una disponibilità inferiore a 2.000 mc annui”.

Lo dichiara Francesco Peduto, vicepresidente dell’Ordine Regionale dei Geologi della Campania, annunciando la conferenza “ La Tutela delle Acque: Aspetti Tecnici e Istituzionali” che si svolgerà, venerdì 8 febbraio, alle ore 9.30, presso la sala Bottiglieri di Palazzo S. Agostino. Alla conferenza parteciperanno anche Angelo Villani, Presidente della Provincia di Salerno, Antonio Valiante, vicepresidente della Regione Campania, Claudio Meoli, Prefetto di Salerno, Francesco De Simone, Preside della Facoltà di Farmacia dell’Università degli studi di Salerno, Francesco Russo, Presidente dell’Ordine Regionale dei Geologi della Campania, Angelo Paladino, Assessore all’Ambiente della Provincia di Salerno. Previsti gli interventi di esperti e la partecipazione di Luigi Nicolais, Ministro per le riforme e l’innovazione della pubblica amministrazione.

“Le crisi idriche che periodicamente si ripropongono nel paese – ha proseguito Peduto – sono dovute alla scarsità della risorsa o ad una cattiva gestione della stessa? Ovvero di fronte ad un reale depauperamento e ad una crescente domanda della risorsa stiamo ottimizzando la gestione? L’acqua comunque prelevata ( sorgenti, fiumi, pozzi) viene utilizzata per oltre il 50% per uso agricolo, per poco più del 20% per uso industriale e per la restante parte per usi civili. Ogni singolo utente paga per l’acqua ad uso agricolo solo € 3,04 all’anno come tariffa minima, con una volumetria tale da non essere quasi mai superata e con un’assenza di controlli pressoché completa. Si può immaginare lo spreco che ne deriva”.

E poi “per gli usi civili – ha continuato Peduto – viene utilizzata per il 99% acqua con requisiti di potabilità molto elevati, anche se oltre il 90% della stessa è destinata ad usi non potabili, la qual cosa rappresenta la principale causa di carenza idrica e del progressivo impoverimento della disponibilità delle acque sotterranee pregiate”.

Dunque “questa è la situazione nazionale – ha affermato Peduto – e se poi ci occupiamo di quella campana, il quadro diventa disastroso. La Regione ha adottato il Piano di Tutela delle Acque. La qualità di tale piano lascia molto a desiderare, sommerso come è stato da critiche ed osservazione da parte di tutti gli enti preposti ad esprimere pareri ed osservazioni. Solo per quanto riguarda la Provincia di Salerno, il piano è stato costruito senza consultare gli archivi dell’U.O.C. Difesa Suolo e Demanio Idrico della Provincia, di cui sono il responsabile, dove sono depositati gli elaborati relativi ad oltre 15.000 denunce pozzo, oltre 1.000 trivellazioni ed oltre 2.000 istanze di derivazione in corso o in sanatoria. Da quanto ci risulta, allo stato attuale, le procedure per l’approvazione definitiva del Piano, o per eventuali modifiche ed integrazioni , si sono praticamente fermate, forse anche in seguito alle critiche. In questo momento in Campania non abbiamo ancora un piano di tutela della risorsa idrica. I geologi sono stati sempre attenti all’ambiente ed alla difesa delle risorse ambientali in generale ma c’è tanto da fare”.

Per cui “sia a livello nazionale che regionale – ha concluso Peduto – il quadro normativo in materia è ancora sostanzialmente incoerente con gli obiettivi di una moderna politica delle acque e delle risorse naturali in genere. Ognuno deve fare la sua parte ai fini di definire azioni, norme e percorsi virtuosi, se non vogliamo che davvero si avveri quanto pronosticato nella Conferenza Internazionale di Stoccolma sulle prossime crisi idriche ed economiche”.

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