Emergenza lavoro, Rifondazione scrive all’assessore Gabriele

di Redazione

Corrado GabrieleORTA DI ATELLA. Il segretario del circolo di Rifondazione Comunista di Orta di Atella, Peppe Roseto, ed il segretario della federazione provinciale di Caserta, Giosuè Bove, scrivono una lettera aperta all’assessore regionale al Lavoro Corrado Gabriele.

“Caro Corrado, l’aumento incontrollato del costo della vita verificatosi negli ultimi anni, pone oggi come questione madre di ogni discussione politica generale l’adeguamento necessario e non rinviabile del valore dei salari e un miglioramento totale delle condizioni di vita dei lavoratori dentro e fuori i luoghi di lavoro. Ma a Caserta, come in tutto il Mezzogiorno, piove sul bagnato: migliaia e migliaia di famiglie vivono oggi un dramma ancora peggiore, legate alla catastrofica situazione dell’industria Casertana. L’arrivismo e l’incapacità di una gran parte degli imprenditori venuti in Terra di Lavoro e un sistema politico-economico neoliberista che ha trasformato la forza lavoro in merce da acquistare al miglior prezzo praticabile, mette progressivamente in ginocchio un’intera Provincia, già condannata da livelli di disoccupazione tra i più alti d’Europa. Le istituzioni competenti, le forze politiche e quelle sociali hanno oggi il dovere di trovare una soluzione percorribile che permetta a migliaia di famiglie della nostra provincia di non perdere definitivamente la speranza di un posto di lavoro e di un salario, evitando che piombino in uno stato di totale povertà e che diventino anch’esse facili prede della disperazione e della camorra. La vertenza Ixfin rispecchia in maniera molto netta quale è lo stato ad oggi dell’industria in provincia di Caserta. Quasi mille famiglie che da anni lottano per la difesa del proprio posto di lavoro e per il rilancio del loro sito industriale, affossato da anni di mala-gestione, da vicende giudiziarie più o meno chiare e da un interessamento troppo spesso inconcludente delle istituzioni. Possono oggi le istituzioni impegnarsi per ridare a queste mille famiglie la possibilità di vivere un’esistenza dignitosa? Possono oggi gli uomini e le donne che da sempre sventolano la bandiera della difesa delle classi subalterne lavorare perché queste famiglie non perdano il posto di lavoro e con esso la dignità di esseri umani? Riteniamo che oggi tutto questo non solo sia possibile ma innanzitutto necessario. Chi oggi veste i panni delle istituzioni, con ruoli di governo anche importanti, deve senza indugio porre al centro della propria azione politco-amministrativa la ricerca di una soluzione positiva per tali vertenze, con atti concreti e concludenti. Una responsabilità questa ancora maggiore per chi è attraversato da una forte tensione morale, tipica di chi ha da sempre deciso di percorrere il proprio percorso politico ed umano al fianco del proletariato e di tutte le classi subalterne”.

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