Salari, parte dialogo governo-sindacati. Sciopero congelato

di Antonio Taglialatela

Prodi con i leader sindacaliROMA. Prima riunione tra Governo e Sindacati ieri a Palazzo Chigi per affrontare il tema dei salari e del potere d’acquisto dei redditi da lavoro dipendente. Temi sui quali la Triplice continua a minacciare lo sciopero generale, anche se ora attende l’esito del vertice di maggioranza dei prossimi giorni.

L’intenzione, emersa dalla riunione di ieri, è quella di lanciare un patto per lo sviluppo e la produttività del paese, aumentando il potere d’acquisto di pensioni e retribuzioni. Tra le proposte, il ritorno delle detrazioni Irpef per i lavoratori dipendenti con uno sconto che potrebbe raggiungere i 300 euro annui; interventi contro gli aumenti della benzina e del riscaldamento; riduzione dell’aliquota Irpef più bassa (fino a 15 mila euro) dal 23 al 20% a partire dalla Finanziaria 2009; tagli alla terza aliquota (dal 38 al 37%). Un’operazione che dovrebbe aggirarsi attorno agli 8 miliardi di euro che il governo poi dovrebbe recuperare dalla lotta all’evasione fiscale e dal risanamento. Obiettivi che saranno discussi nel corso di una serie di incontri che saranno avviati, come reso noto dal ministro del Lavoro Cesare Damiano, a partire dalla fine di gennaio.

Una proposta è giuntadal leader di Confidustria Luca Cordero di Montezemolo: un nuovo taglio del cuneo fiscale di 5 punti, di cui 3 destinati ai lavoratori. “Nonostante il taglio di cinque punti del cuneo – ha detto Montezemolo al Sole24ore – la differenza tra il costo per le aziende e il salario netto in busta paga rimane abissale: il rapporto è quasi di uno a due”. Montezemolo ha anche evidenziato come a partire dagli anni ’90 sia stato perso l’11% del prodotto interno lordo rispetto ai Paesi della zona Euro e il 14% rispetto ai primi quindi Paesi europei. Tradotto: 210 miliardi in meno di Pil ogni anno. A sostenere la proposta di Montezemolo c’è il leader della Uil, Luigi Angeletti, che però sottolinea: “E’ interessante, ma credo che non avrà fortuna”. Mentre il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero,ribatte: “Montezemolo dovrebbe smetterla di fare il soldato di Confindustria e iniziare a pensare al bene complessivo del Paese. Le aziende hanno già avuto molto. Il problema della produttività nonè legato ai lavoratori, ma alla struttura delle imprese, troppo piccole e al fatto che non investono in ricerca ed innovazione”.

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