Programmi elettorali: carta straccia

di Redazione

 Sin dalla fine della Prima Repubblica gli italiani sono stati abituati, attraverso il sistema elettorale bipolare, a fare i conti con i programmi elettorali.

I partiti li hanno usati per mettere nero su bianco sul percorso da seguire nei cinque anni di governo. Ebbene, essi non hanno mai avuto vita facile: appena si è arrivati a concretizzare un punto del programma stabilito dall’intera coalizione, c’è sempre stato qualcosa che non ha funzionato. In pratica, i programmi sono diventati come le cambiali, le firmo nel momento di difficoltà, ma quando devo pagarle me ne frego e così vanno in protesto. La stessa cosa vale per i programmi, li firmo perché devo accettarli per vincere le elezioni, non appena al governo me ne infischio e faccio a modo mio. Il bipolarismo è stata una macchina amministrativa che non ha funzionato. Primo, perché il Parlamento è ricco di piccoli partiti che non servono a nulla, se non a creare rotture all’interno della coalizione con ricatti veri e propri; secondo, i programmi diventano un alibi e poco importa se non si rispettano; terzo, perché ha incrementato ulteriormente le spartenze politiche per accontentare un po’ tutti. Basta vedere l’ultimo governo, che per mettere tutti al centro dell’attenzione ha aumentato i ministeri, per non parlare di sottosegretari ed affini. Tutto quel meccanismo che è ruotato intorno al bipolarismo ha portato ad una ingovernabilità totale, poiché le coalizioni sono state vittime di vizi di forma del nuovo modo di mettere su i governi. Ed ognuno non ha più dato importanza realmente al programma elettorale, ad un certo punto della legislatura hanno cominciato a percorrere strade diverse, poiché, nonostante l’esiguo numero di senatori o parlamentari che hanno i piccoli partiti, gli ha consentito ugualmente di tenere a scacco un’intera maggioranza. Quel vizio di forma delle coalizioni ha portato ad un semplice risultato: “oggi accontento te domani accontento quell’altro purché andiamo avanti”. Gli unici a non essere mai stati accontentati sono i cittadini che dal bipolarismo non hanno ricevuto nulla, anzi, ha peggiorato le loro condizioni di vita. Tutto ruota intorno ai programmi elettorali che, prima delle elezioni vengono illustrati alla perfezione, dopo per attuarli ci vogliono dei maghi. Ciò ha reso invivibile il parlamento italiano che non ha saputo che farsene dei programmi elettorali, perché per concretizzarli bisognava fare delle scelte coraggiose e ciò metteva a repentaglio la credibilità agli occhi degli elettori, oltre a scontentare o l’uno o l’altro partito, senza sapere che i cittadini aspettavano un atto di coraggio da parte della politica che consentisse di migliorare le sorti del paese.

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