Meredith, Lumumba non risponde alle domande del pm

di Antonio Taglialatela

Patrick Lumumba DiyaPERUGIA. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Patrick Lumumba Diya, il congolese indagato per l’omicidio di Meredith Kercher, sentito stamani dal pubblico ministero Giuliano Mignini, titolare delle indagini.

I suoi avvocati, Giuseppe Sereni e Carlo Pacelli, hanno chiarito: “Patrick si è avvalso della facoltà di non rispondere perché confermiamo le dichiarazioni già fatte”. Patrick, dunque, in tal modo ha voluto evidenziare la sua innocenza, con i difensori che ora insistono sulla richiesta di archiviazione delle indagini a suo carico. All’uscita dalla Procura, il congolese si è limitato a dire ai giornalisti: “Sto bene. Continuo a credere nella magistratura italiana perché non ho fatto niente”. Dice di aver “perdonato in nome di Dio” Amanda Knox, la quale lo ha accusato di essere coinvolto nel delitto. “Patrick, quella sera, come tutte le altre sere, era presso il suo pub a lavorare. Ci sono 17-18 testimoni che in maniera ininterrotta e continuativa hanno attestato la loro presenza nel locale che era quindi aperto certamente dalle 20.45 del primo novembre all’una del giorno dopo. Questi clienti lo hanno testimoniato alla procura della Repubblica”, affermano i suoi avvocati. Lumumba, arrestato il 6 novembre scorso e tornato in libertà dopo circa due settimane, resta comunque indagato a piede libero. Intanto, dopo il rigetto dell’istanza di scarcerazione da parte del Riesame, rimangono detenuti la studentessa americana e coinquilina di Meredith, Amanda Knox, e il pugliese ed ex fidanzato di quest’ultima Raffaele Sollecito. Per quanto concerne il quarto indagato, ieri la tedesca ha autorizzato l’estradizione in Italia di Rudy Hermann Guede, il 21enne ivoriano accusato di aver preso parte all’omicidio.

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