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Welfare, Prodi fiducioso, ma la sinistra nicchia
ROMA. Il premier Romano Prodi si dice fiducioso sul fatto che i lavoratori accettino il protocollo sul Welfare in occasione del referendum dell’8, 9 e 10 ottobre, e non vede motivi di rottura con Rifondazione Comunista sulle pensioni e il mercato del lavoro.
Tuttavia, a Prodi spetta l’arduo compito di far arrivare ad un’intesa i vari partiti, in particolare quelli della sinistra radicale, compreso il movimento liberaldemocratico di Lamberto Dini. Rifondazione, Verdi e Comunisti Italiani sono riusciti a strappare al governo l’inserimento del protocollo sul Welfare in un collegato da approvare il 12 ottobre piuttosto che nel ddl Finanziaria, e premono per modifiche al testo, in particolare sul mercato del lavoro. Si tratterebbe, tuttavia, di un collegato di sessione che pertanto dovrà essere varato entro la fine dell’anno con la Finanziaria. Alla sinistra sono sgradite le norme sui contratti a termine, per i quali è prevista la possibilità di proroga oltre i 36 mesi. Per il 20 ottobre è in programma una manifestazione per fare pressione sul governo a rispettare il programma su lavoro e pensioni. Ma Lamberto Dini, che ha i tre voti decisivi per la maggioranza al Senato, conferma che il collegato di sessione che recepirà il protocollo sul Welfare non dovrà cambiare la sostanza del provvedimento. Intanto, il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, chiude la porta a qualsiasi revisione del protocollo.
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