La Turco spende 1,5 milioni per i 30 anni del Ssn

di Redazione

Livia TurcoUn sorriso smagliante, un cappellino con il simbolo della croce rossa Italiana, una bella modella che sfoggia nella pubblicità voluta dal ministro della Sanità per celebrare i 30 anni della sanità pubblica (1978-2008). Il costo della pubblicità in mostra sui cartelloni stradali, riviste, tv, giornali, insomma tutti i veicoli pubblicitari possibili, è di 1,5 milioni di euro.

Bella somma se si pensa che la sanità pubblica si trova in serie difficoltà per le varie anomalie che la caratterizzano. “Il servizio sanitario nazionale è equo e universalistico, – dice il ministro Livia Turco – garantisce a tutti, dalla nascita alla fine della vita, le cure necessarie. Cure anche ad altissimi livello tecnologico senza badare al costo, ma avendo come unico obiettivo il bene della salute del cittadino”. Forse ha ragione il ministro Turco, abbiamo una sanità pubblica che dà cure ai cittadini, però ha carenze da far rabbrividire, specie nell’area meridionale del Paese. Questo milione e mezzo di euro era meglio spenderlo per migliorare il settore. Basti pensare ai tanti casi luttuosi derivanti proprio dall’inefficienza della sanità pubblica. Con questa dispendiosa campagna pubblicitaria non si fanno dimenticare le incongruenze esistenti, se guardiamo la cronaca delle ultime settimane ci sarebbe da ridire tanto. Come si può spiegare l’utilità della campagna mediatica ai familiari del 15enne che ha atteso 6 ore al pronto soccordo, oppure l’anziano a Vittorio Veneto che è morto mentre attendeva le cure, oppure al policlinico Sant’Orsola di Bologna, dove meno di un mese fa una paziente 54enne è morta per uno scambio di referti medici, oppure i 12 medici sotto indagine per il decesso di un uomo, dovuto forse a epatite, a seguito di un trapianto di rene, oppure i 2mila emofiliaci che lottano contro gravi malattie dovute a trasfusioni di sangue infetto. La lista è lunga all’infinito, eppure si pensa di fare una campagna pubblicitaria dal costo sproporzionato. Per fare che? Festeggiare i trent’anni del servizio sanitario nazionale. Allora è proprio vero che esiste una casta che spende i soldi pubblici nel modo peggiore possibile. Ci sono tante cose importanti da fare, invece si continua a sperperare danaro pubblico in malo modo come se fossero soldi propri. I cittadini pagano le tasse per vedersi realizzati i servizi, non per farli spendere inutilmente. Giù le mani dai soldi dei cittadini, spendeteli per cose necessarie, perché ora il popolo è veramente stanco.






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