Catania, furono madre e sorella a farlo uccidere a soli 21 anni

di Redazione

il tribunaleCATANIA. Dopo 18 anni sono venute alla luce le circostanze per cui fu ammazzato il 21enne Sebastiano Mazzeo, nipote del boss Santo Mazzei (cognomi differenti per errore di trascrizione al registro anagrafe).

Il giovane aveva deciso di collaborare con la giustizia e il suo clan lo condannò a morte. Mai, però,si sarebbe pensato che a tradirlo fossero state la madre, Gaetana Conti, 57 anni, e la sorella, Concetta Mazzeo, di 39, che lo fecero uscire da casa, consegnandolo così ai sicari che lo uccisero. Il giovane, dopol’assassinio del padre, il boss Francesco Mazzeo, aveva deciso di collaborare con la giustizia, ma la decisione a quanto pare non fu presa di buon grado dai suoi parenti. Fu così che la madre e la sorella lo ingannarono e lo consegnarono ai killer, che dapprima lo uccisero e poi andarono a seppellire il suo corpo, mai ritrovato. Il provvedimento è stato richiesto dalla Procura della Repubblica, che aveva chiesto un ordine restrittivo anche per i boss Santo Mazzei e Salvatore Cappello, già detenuti, in qualità di mandanti, ma il gip ha ritenuto insufficienti le prove a loro carico.

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