Statali: disaccordo in Italia, “rivoluzione” in Francia

di Antonio Taglialatela

Nicolais-DamianoSul piano di previdenza per gli statali c’è disaccordo tra il ministro delle Riforme e Innovazioni, Luigi Nicolais, e il ministro del Lavoro, Cesare Damiano.

Il primo parla di 170mila potenziali esodi, di un’assunzione ogni tre dipendenti che andranno in pensione, di stipendi che terranno contodel “merito” e dei “risultati”, oltre al fatto che chi vuole guadagnare di più dovrà lavorare di più. Per Damiano, però, sulla previdenza occorre una “coerenza generale che valga in tutti i settori. Il Governo ha lavorato per aumentare gradualmente l’età pensionabile”. Bocciatura anche da parte dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil. Ma Nicolais ribatte: “Il piano di esodi programmati nella pubblica amministrazione è totalmente coerente con il protocollo sul welfare”. E chiarisce che il suo piano riguarda lavoratori con età compresa tra i 61 e i 67 anni, “quindi siamo al di là di 61 anni indicati dal protocollo”.

Nicolas Sarkozy Intanto, dalla Francia, il premier Nicolas Sarkozy annuncia ai dipendenti pubblici un futuro di sacrifici e meritocrazia, con i sindacati che già parlano di scioperi e l’opposizione che lo bolla come un “liberale brutale”. La Francia conta cinque milioni di dipendenti fra Stato, enti territoriali ed ospedali, un quinto della popolazione attiva, il 44% del bilancio generale dello Stato. Sarkozy intende creare una funzione pubblica meno numerosa, con funzionari meglio pagati e con migliori prospettive di carriera. “Occorre una rivoluzione culturale”, dice. I dipendenti pubblici potranno fare straordinari, al di là dell’ orario delle 35 ore. Potranno farli gli insegnanti – cita come esempio Sarkozy – “che guarderanno gli alunni dopo la fine delle lezioni”, o quei dipendenti “che lavoreranno di più affinché gli sportelli siano aperti al pubblico il sabato”. E le ore in straordinario, “come nel settore privato, devono essere pagate meglio delle ore normali”. Il premier propone inoltre “esodi incentivati”, la “sostituzione di un dipendente pubblico su due” e l’ingresso dei privati nella macchina pubblica per dare possibilità ai nuovi assunti di scegliere, in alcuni settori statali, fra lo statuto del dipendente pubblico o un contratto di diritto privato.

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