Garlasco, Stasi si dichiara innocente. Si rischia nuova Cogne?

di Antonio Taglialatela

Alberto Stasi GARLASCO (Pavia). Dopo essere stato arrestato ieri pomeriggio e interrogato per cinque ore, Alberto Stasi ha trascorso la sua prima notte nel carcere di Vigevano.

L’accusa è di omicidio volontario aggravato. Il 24enne non si è avvalso della facoltà di non rispondere e ha ribadito la sua innocenza. Unico indagato per l’omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, compiuto lo scorso 13 agosto, sul suo conto gli investigatori sin dall’inizio nutrivano molti sospetti. In primis, l’atteggiamento assunto la mattina dell’omicidio. Lui ha riferito che, dopo aver cercato invano di contattare Chiara quella mattina, si era recato alla villetta di via Pascoli, scavalcando il muretto di cinta (ricoperto di marmo) dove non sono però state rilevate impronte.

Poi ha detto di essere entrato in casa ed aver visto il corpo di Chiara in fondo alla rampa di scale di accesso alla taverna della casa: lei era “bianca in volto” ed indossava “un pigiama rosa”. Una descrizione che non coincide con la scena del delitto, poiché Chiara aveva il volto pieno di sangue ed inoltre il pigiama, pur essendo davvero rosa, considerando la luce scarsa della stanza avrebbe dovuto apparire di colore bianco. E ancora: il pavimento era pieno di sangue, sia all’entrata della casa che sulle scale della taverna, eppure sulle scarpe che Alberto indossava quella giornata non ne sono state rilevate tracce. Ma le “prove concrete” mancavano. Sulle auto della famiglia Stasi non era risultato nulla di rilevante, così come si diceva per le due biciclette presenti nella loro abitazione, controllate sulla scorta della testimonianza di una vicina di casa dei Poggi, che la mattina dell’omicidio aveva notato una bicicletta, mai vista prima, appoggiata al muro esterno della villetta. Ed invece ieri gli esami dei Ris hanno fornito la prova: su una delle due biciclette le analisi hanno rilevato del sangue. Quel sangue appartiene a Chiara. Mancano ancora, però, l’arma del delitto, le impronte decisive di Stasi sul luogo del delitto, il movente e la confessione. Gli inquirenti, però, hanno ritenuto di avere in mano una prova tale da giustificare l’arresto del giovane. Intanto, molti pronosticano che questo caso diventerà un nuovo Cogne.

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