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Diliberto chiede il ritiro delle truppe, critiche da tutti i fronti
ROMA. Sulla vicenda del presunto sequestro dei due italiani in Afghanistan tutti i partiti della maggioranza parlamentare di centrosinistra hanno accolto l’invito alla prudenza lanciato dal ministero della Difesa. Tutti tranne il PdCi, il cui segretario Olivero Diliberto chiede il rientro immediato delle truppe italiane.
“Quest’ultimo episodio – ha affermato – conferma la assurdità della nostra presenza in Afghanistan. Lo diciamo da tempo: ritiriamo subito le truppe”. Ma il resto della coalizione prende le distanze da Diliberto, compresi Rifondazione Comunista (“La priorità assoluta – commenta Giovanni Russo Spena, presidente dei senatori di Rc –è lavorare, se necessario anche trattando, per garantire l’incolumità e il ritorno a casa di tutti e quattro gli scomparsi”) e i Verdi (“Occorre il massimo sforzo e percorrere tutte le strade possibili per riportare alle loro famiglie i 2 militari italiani. In questo momento così difficile serve unità” – afferma Angelo Bonelli, capogruppo alla Camera dei Verdi).
Dal centrodestra non si contano le critiche. “E’ incredibile che anche su un problema così delicato emerga una spaccatura nella maggioranza come dimostra quanto ha dichiarato irresponsabilmente l’onorevole Diliberto”, dice Fabrizio Cicchitto di Forza Italia. “Mettere in discussione la missione di pace italiana in Afghanistan, come fa Diliberto, nonè solo un atto di inaccettabile speculazione politica, ma anche l’ennesima prova delle insostenibili lacerazioni della maggioranza di centrosinistra”, afferma il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa. “Prodi deve respingere il ricatto i Diliberto e non rinunciare all’impegno dell’Italia per la sicurezza nel mondo”, sono le parole di Maurizio Gasparri di An, che poi si rivolge a Diliberto: “Fare il pacifista sotto Finanziaria è come fare la spesa coi saldi, costa meno caro”.
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