Chi paga il pizzo, deve essere espulso da Confindustria

di Redazione

Luca MontezemoloCALTANISSETTA. Il direttivo regionale siciliano di Confindustria riunito a Caltanisetta, all’indomani delle nuove minacce ed intimidazioni al presidente dell’Ance di Catania Andrea Vecchio e al presidente dei piccoli industriali catanesi Marco Venturi, sta lavorando per redigere un documento che sia da stimolo per gli imprenditori nel ribellarsi alla mafia e ad ogni forma di criminalità.

Gli imprenditori che non si ribellano al racket delle estorsioni e pagano il pizzo o che in qualunque forma “collaboreranno” con la mafia saranno espulsi da Confindustria. Gli imprenditori siciliani hanno anche chiesto allo Stato l’invio dell’esercito e l’utilizzo di tutti i mezzi necessari per difenderli. È d’accordo con il direttivo regionale siciliano di Confindustria, anche il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Prevedere l’espulsione per chi paga il pizzo, ha affermato, “è un atto di coraggio e grande impegno civile”. Sarebbe però ancora più giusto – ha proseguito – se ad essere espulsi fossero anche coloro che pagano le tangenti. Non bisogna dimenticare che uno dei mali peggiori per l’economia del Paese e per la stessa politica è proprio il reato di corruzione che, a differenza del pizzo, prevede due soggetti egualmente colpevoli: chi prende la tangente e chi la paga”. Sull’ipotesi di inviare l’esercito in Sicilia, il ministro della giustizia Clemente Mastella, fa sapere “E’ una discussione ricorrente nelle aree dove c’è maggior incidenza. Il problema non è solo per la Sicilia, ma anche per la Campania e la Calabria, se ne discute ma per ora non c’è una risposta affermativa, bisogna aumentare il contrasto alla criminalità e il Governo lo sta facendo”.

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