Cattiva maestra Televisione

di Redazione

TvL’influenza nefasta della televisione sulla società è sotto gli occhi di tutti. Tra i mezzi di comunicazione di massa, la Tv è, senz’altro, quello che più pesantemente e negativamente sta incidendo nei comportamenti sociali dei cittadini/telespettatori.

Quello che doveva essere solo un semplice elettrodomestico, presente in tutte le case, si è trasformato, velocemente, in un pericoloso strumento per condizionare la mente di miliardi di persone. Da semplice strumento d’informazione e di svago si è trasformato in un mezzo di persuasione e condizionamento, più o meno occulti. Eppure c’è chi, per interesse diretto o per ignavia congenita, è ancora convinto dell’innocuità del mezzo. A me sembra evidente, invece, che della televisione attuale tutto si può dire, fuorché sia un innocente passatempo. Avere questo tipo di visione del mezzo televisivo significa semplicemente non essere minimamente interessato ai problemi che l’uso e l’abuso causano nei telespettatori. La stessa ubicazione del televisore è fonte di problemi. Posizionare quest’invadente commensale in cucina o in sala da pranzo, inevitabilmente, porta ad una riduzione sensibile della comunicazione tra familiari, con le conseguenze che tutti sappiamo. Rispetto alla radio, la Tv è molto più invasiva e monopolizzante. Mentre si ascolta la radio si può fare praticamente di tutto, mentre se si è davanti al televisore, al massimo, ci si può ingozzare. Pur sapendo che la cosa non farà piacere a molti, devo affermare che i danni provocati dalla Tv sono superiori solo a quelli creati dall’overdose di calcio (in Italia). La capacità di vivere 24 ore su 24 con la mente ottenebrata, di trasformare la realtà che li circonda auto annullandosi totalmente ogni capacità di giudizio e di valutazione è comune sia nel tifoso/ottuso sia nel telespettatore/decerebrato. Rispetto, poi, agli altri aspetti comunicazionali delle società del ventunesimo secolo, il linguaggio televisivo è quello che ha avuto la maggior regressione qualitativa. La televisione di Stato ne è un esempio lampante. In pochi decenni si è passati da un controllo estremo sui contenuti trasmessi ad una totale mancanza d’attenzione nei confronti di quanto è mandato in onda. Gli incommensurabili danni che da anni sono causati ai bambini ed ai ragazzi sta portando un’involuzione della società verso forme di violenza/cattiveria/rabbia repressa che si è talmente insinuata nell’animo di ciascuno di noi da non essere più percepita come tale. Vedere una massa di papponi, mantenute, drogati, ignoranti, ebeti atteggiarsi a V.I.P. (Very Important Person) solo perché hanno avuto, come direbbe Andy Warhol, i loro “quindici minuti di notorietà” televisiva è talmente distruttivo per le menti degli adolescenti che non bisogna meravigliarsi se, poi, per andare in Tv tantissimi accettano di fare “pornografia dei sentimenti e delle emozioni”, come gli ospiti di certi talk-show di cui, per fortuna non ricordo neanche più il nome. I genitori devono essere ben coscienti che il modo di proporsi della Tv nei confronti dei minori, è subdolo. I nostri ragazzi trascorrono ore ed ore in compagnia solo di uno schermo televisivo. Senza la presenza degli adulti (e spesso anche con la presenza di quest’ultimi) sono esposti “al fuoco nemico”. Sono inermi ed incapaci di difendersi. Il non sapere cosa guardano i propri figli equivale a metterli di fronte ad una canna di un fucile senza sapere se è carico oppure no. A parte qualche rarissima eccezione (“La Melevisione”, per esempio) la stragrande maggioranza dei canali tv trasmette in qualsiasi ora del giorno programmi spacciandoli come prodotti per i più giovani, ma che, in realtà, sono inadatti anche ad un pubblico più adulto. I cartoni animati per ragazzini che propongono come modelli da imitare dei razzisti, dei ladri matricolati, dei bugiardi, dei violenti e i telefilm per ragazzine che propongono come modello delle pseudololite di dieci anni che già si atteggiano come delle mignotte consumate, non si contano. Negli anni della censura cattolica, della RAI di Bernabei, delle calzamaglie nere indossate a forza dalle Gemelle Kessler, della cacciata di Dario Fo e Franca Rame, esisteva, invece, una programmazione pensata apposta per i giovani: la famosa “Tv dei Ragazzi”. Pensate com’è cambiato il mondo! Mandare in onda assurde scene di violenza e di sesso concentrandole nelle fasce orarie in cui è normale che i più piccoli si trovino davanti al televisore è da irresponsabili. Anche se, ormai, i nostri ragazzi non si turbano più davanti a nulla, ritengo sia criminale trattare un bambino o una bambina di sei/sette anni da adulto lasciandolo solo nella cameretta a sorbirsi: una dichiarazione dello scarcerato di turno che schiuma di rabbia nei confronti del Giudice cha ha avuto l’ardire di sbatterlo in galera, una sculettata della Valletta che si spoglia solo perché le hanno assicurato che il culo nudo è arte, l’ebete intervista allo sportivo semianalfabeta che risponde a monosillabe, la quotidiana “leccata” al padrone del finto libero giornalista e finto puttaniere, il commento straziante e strappalacrime sull’ennesimo trucido omicidio trasmesso da pseudotelegiornali che fanno semplicemente vomitare, le contesse con le “pellecchie” penzolanti che si atteggiano a minorenni, le “simpatiche” pubblicità dove si fa una spudorata apologia della violenza carnale o che per far acquistare un’insipida gomma da masticare si fa scorreggiare, a più non posso, un povero animaletto… e potrei continuare all’infinito. A quell’età non si hanno ancora gli strumenti per comprendere fino in fondo le ragioni dalle quali derivano le scene trasmesse e, a dir la verità, anch’io che non sono certo minorenne, a volte vorrei capire: cosa cavolo passa per la mente di chi pensa, scrive, produce, autorizza la messa in onda di tali porcate?

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