Prodi fiducioso nella ripresa, ma è scontro nella maggioranza

di Antonio Taglialatela

Romano ProdiROMA. Il presidente del Consiglio, Romano Prodi, si dichiara tranquillo e fiducioso in riguardo ad una “ripresa più armonica e serena” del suo governo dopo la pausa estiva.

“Adesso cominciano ad arrivare i risultati del lavoro iniziato un anno e mezzo fa” – ha detto il premier che venerdì mattina presiederà l’ultimo consiglio dei ministeri prima delle vacanze. “Nella ripresa – ha poi sottolineato Prodi – si potranno dare ulteriori risorse alle pensioni più basse, si fanno quelle cose che abbiamo promesso per un’intera legislatura. E’ passato meno di un anno e mezzo non si può pensare di averle tutte. Ma i risultati sono davvero incoraggianti”.

Intanto, di “armonioso” e “sereno” c’è davvero poco all’interno della maggioranza di centrosinistra dove è in atto uno scontro sul welfare. Prodi ha sottolineato che il protocollo d’intesa firmato con i sindacati non si modifica mentre la sinistra radicale chiede importanti cambiamenti e, attraverso il ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero, annuncia per l’autunno una battaglia politica in Parlamento e nel Paese. “Chiederemo agli elettori dell’Unione di far sentire la loro voce per bilanciare e sconfiggere queste spinte neocentriste”, ha riferito il ministro. A fargli eco il segretario di Rifondazione Comunista, Franco Giordano: “E’ inutile continuare a nascondersi dietro un dito. Stiamo all’essenziale e asteniamoci dal valzer delle mezze aperture e delle nette chiusure. Su pensioni e mercato del lavoro c’è un contrasto aperto nella maggioranza”. Anche il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, rivendica il diritto del Parlamento a “migliorare il testo soprattutto nella lotta al precariato”. Ad abbassare i toni, interviene il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che pur difendendo il protocollo, ammette che un accordo tra governo e parti sociali “è fatto di concertazione, e naturalmente lo si può scrivere meglio nel momento in cui si traduce in legge, per dissipare eventuali timori o incomprensioni. Il Parlamento è sovrano e potrà decidere autonomamente quali ulteriori valutazioni e modifiche apportare a un accordo”.

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