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Il governo iracheno pronto a sostituire le truppe alleate
IRAQ. Il premier iracheno Nuri al-Maliki, durante una conferenza stampa, ha assicurato che le forze di sicurezza interne sono pronte in ogni momento a prendere il posto delle truppe straniere, anche se hanno bisogno di maggiore addestramento.
Al-Maliki ha sottolineato, inoltre, l’importanza di puntare alla qualità della polizia e dell’esercito iracheni, così che le forze siano meglio preparate quando le truppe alleate decideranno di ridurre la loro presenza in Iraq o di ritirarsi. Delle dichiarazioni che seguono di pochi giorni quelle del presidente degli Stati Uniti George W. Bush, il quale aveva invece escluso qualsiasi ritiro anticipato, specificando che una decisione in merito sarà presa solo dopo il 15 settembre, quando il generale Petraeus tornerà a Washington con un rapporto definitivo sulla situazione in Iraq. Parole, le stesse, che vanno in contraddizione con quelle pronunciate dal ministro degli esteri iracheno Hoshyar Zebari, il quale la settimana scorsa aveva espresso preoccupazione per un eventuale ritiro anticipato delle forze militari statunitensi. Tale ritiro, aveva detto Zebari, “potrebbe portare a una guerra civile, a una divisione del Paese o a una guerra regionale”. Ricordiamo che, in un recente rapporto della Casa Bianca, il capo della Cia Michael Hayden ha definito l’esecutivo di al-Maliki “incapace di governare”.
Intanto, Londraè determinata a ridurre drasticamente la propria presenza militare in Iraq prima della fine dell’anno. Entro dicembre, riporta il quotidiano ‘The Observer’, il governo di Gordon Brown vuole portare da settemila a non più di 1500 il numero di soldati dispiegati nel Paese, soprattutto nell’area intorno a Bassora. L’obiettivo della manovra, secondo il giornale,è di far fronte al crescente scontento in patria nei confronti della missione irachena e di disporre di più uomini da mandare in Afghanistan.
E mentre si decide se e quando ritirare le truppe, arriva l’ennesimo attentato sanguinario in Iraq. Un’autobomba è esplosa in una piazza affollata del centro di Baghdad, provocando la morte di almeno dieci persone. Altre 35 persone sono rimaste ferite nella deflagrazione, che ha danneggiato diversi negozi e ristoranti di piazza Hussein, a Jadriya, distretto a prevalenza sciita.
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