La Corte Costituzionale affonda definitivamente l’Impreco

di Antonio Taglialatela

Alfio Finocchiaro, giudice della Corte CostituzionaleGRICIGNANO. Illegittime le due proroghe concesse dalla Regione Campania nel 1998 e nel 2001 al Piano Regolatore del consorzio industriale Asi di Caserta.

E’ il parere espresso dalla Corte Costituzionale che, con sentenza numero 314 del 20 luglio scorso, ha accolto le istanze presentate dai proprietari dei fondi di Gricignano interessati agli espropri per il Polo della Moda “Impreco”, i quali da sette anni hanno in essere in contenzioso giudiziario con Impreco-Asi-Regione Campania. Ciò significa che la procedura di esproprio intrapresa dall’Asi per la realizzazione insediamento industriale (attraverso la dichiarazione di “pubblica utilità”) è stata sin dall’inizio illegittima. Il parere della Corte era stato chiesto nel 2003 dal Consiglio di Stato, chiamato a valutare l’appello Franco Bile, presidente della Corte Costituzionalepresentato da Impreco-Asi-Regione Campania per l’annullamento della sentenza emessa dal Tar della Campania, che aveva accolto in pieno il ricorso dei proprietari gricignanesi, ordinando la restituzione dei fondi e il ripristino dello stato dei luoghi in quanto venne ritenuta illegittima la procedura di esproprio. Nella sentenza, a firma del presidente Franco Bile e del redattore Alfio Finocchiaro, la Corte sottolinea come le due leggi regionali abbiano prorogato “indiscriminatamente” i piani Asi della Campania, pur essendo questi già scaduti o meno. In particolare, per ciò che riguarda il piano Asi di Caserta, la Corte ha rilevato che la proroga “è avvenuta ad oltre venti anni dalla sua originaria scadenza (28 luglio 1980), senza che sia stata svolta alcuna valutazione sulla necessità dell’intervento pubblico da realizzare in relazione al sacrificio imposto al privato”. Viene contestata, dunque, anche la pubblica utilità dell’esproprio. Una sentenza che ora andrà ad incidere anche sull’ultima proroga concessa al piano Asi di Caserta lo scorso 18 luglio dalla Regione Campania. Se la prima proroga, nel 1998, secondo la Corte non era valida, è improbabile che lo sia anche l’ultima. Ora la Corte trasmetterà il parere al Consiglio di Stato che, a questo punto, rigetterà il ricorso di Impreco, Asi e Regione e riterrà di nuovo valida la sentenza del Tar Carlo Buonanno, uno dei proprietari ricorrentiCampania che, come dicevamo, dichiarò illegittimi gli espropri e ordinò la restituzione dei fondi ai proprietari. Ricordiamo che il consorzio Impreco è anche sotto inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha emesso un avviso di garanzia a carico della società. L’accusa riguarda “indebita percezione dei finanziamenti sulla legge 488”. A renderlo noto è il Ministero per lo Sviluppo Economico, attraverso il viceministro Sergio D’Antoni, il quale ha risposto ad un’interrogazione che era stata presentata lo scorso 12 dicembre dal senatore di Alleanza Nazionale Gennaro Coronella. Sulla questione c’è stata anche un’interrogazione al presidente della giunta regionale Antonio Bassolino da parte del consigliere regionale di Forza Italia Giuseppe Sagliocco.

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