Sagliocco dice no alla Provincia di Aversa

di Redazione
Sagliocco GiuseppeSeconda parte dell’intervista al Consigliere Regionale Giuseppe Sagliocco (Forza Italia) su cosa pensa dell’istituzione della Provincia di Aversa, società e camorra.

E’ favorevole alla creazione della provincia di Aversa?

Non sono d’accordo sulla costituzione della provincia di Aversa, è stato prodotto lo sforzo massimo per definirne l’etichetta ma non si è mai dibattuto fino in fondo su questa necessità e sui vantaggi o gli svantaggi che potrebbe produrre una soluzione di questo tipo. Inoltre è sembrato di voler accontentare amici autorevoli che si sono interessati a realizzarne le premesse senza che i partiti si fossero posti in maniera critica o analitica rispetto a questo tipo di situazioni.

Giuseppe Sagliocco

Come si spiega la passività dei cittadini rispetto a problemi come quello dei rifiuti, dell’abusivismo edilizio, della malasanità ecc. ecc.?

Bisognerebbe andare nel sociologico e analizzare non solo la politica ma anche altri fatti che sono ascrivibili ad una regione che vive condizionamenti, limiti e mancanza di capacità di analisi. Normalmente in una condizione democratica, una parte molto minima delle cose che sono accadute in Campania avrebbero distrutto un’intera classe dirigente, il popolo campano è rassegnato, viviamo una situazione di grande condizionamento.

Di chi sono le responsabilità oltre che della politica?

Noi abbiamo un sistema che è deficitario da tutte le parti e di questo c’è responsabilità sindacale dei movimenti cittadini, del mondo dell’associazionismo, dei mass media… è una tragedia che più eclatante di così non si può descrivere, noi siamo scalzati dai mass media internazionali, che, ad esempio, pochi giorni fa hanno riportato le fotografie del sito di Villaliterno in cui vi sono ecoballe non adatte agli inceneritori. I mass media locali spesso sono condizionati, i sindacati sono spesso asserviti al potente di turno,in questo caso Bassolino. E’ tutto il sistema che tende di escludere il cittadino dalla partecipazione alla vita pubblica. Dove c’è una conduzione monarchica forte, condizionante, che annacqua la verità, che pubblicizza qualcosa di diverso, l’opinione pubblica si confronta e acquisisce elementi che di veritiero hanno poco o nulla.

Che esempio diamo ai giovani?

Ai giovani diamo un cattivissimo esempio, l’esempio già ha creato parecchi mostri, l’idea che è venuta a maturare in alcuni giovani è che questa è la normalità. Penso che sia necessario il recupero dei partiti e dell’organizzazione politica. Non c’è più la militanza, l’organizzazione politica sul territorio, che era fatta di tante realtà, avevamo scuole di politica che mettevano al centro della riflessione approfondimenti, apprendimenti culturali, se oggi domandiamo ad un giovane cos’è stato il partito comunista o la Dc in Italia, spesso non sanno cosa sia, non hanno alcuna traccia di quella che è la storia politica italiana, la storia l’abbiamo cancellata ed un paese dove si cancella la storia non ha un grande futuro. Dovremo far percepire così come noi abbiamo percepito negli anni giovanili che l’essere in determinate condizioni è assurdo, dobbiamo dare degli esempi positivi, dobbiamo avere l’aspirazione a cambiare qualcosa.

E’ facile parlare, ma i fatti sono diversi dalle parole.

E’ Un obiettivo a cui realisticamente non possiamo tendere, ma almeno proviamo a stoppare l’idea che questa situazione al di fuori di qualsiasi regola sia la normalità. Il pericolo che io percepisco è che i giovani hanno la percezione che la politica sia quella di chi gestisce la Campania, ma la politica è qualcosa di diverso, può essere brutta ma anche bellissima, è fatta di uomini che se hanno le connotazioni giuste possono esaltarne le qualità, partecipare a certi processi è essenziale perché costruisce il futuro dei giovani, che devono dare un contributo attivo!

Come mai durante le campagne elettorali la parola Camorra non è mai pronunciata?

Quando la Camorra serve viene esaltata, quando poi non serve viene sottaciuta e il fenomeno è ignorato. La pubblica amministrazione deve essere garanzia di trasparenza assoluta, i pezzi dello stato devono assumere tutte le iniziative volte a combatterle, tagliando le fonti che la fanno crescere, l’esemplificazione di alcune gestioni fanno entrare la Camorra dalla porta principale. Sono profondamente convinto che la camorra agisce meglio e indistrurbata allorquando ha le condizioni socioeconomiche, ambientali e politiche che stiamo vivendo in Campania. In Regione ho sentito spesso consiglieri di un certo peso come Angelo Giusti (Rif.Com.) denunciare il fatto che abbiamo più di ottanta comuni sciolti per infiltrazione camorristica, ma la cosa non ha turbato nessuno, verso determinati fenomeni vi è una reticenza così forte che non accade niente.

Come combatterla?

Per combatterla meglio ognuno deve comportarsi in modo onesto, senza voler fare gli eroi, quella sarebbe una battaglia fasulla, il fenomeno c’è ed è pericolosissimo, comprime le possibilità di sviluppo e va combattuto affermando noi stessi tutte le mattine la trasparenza dei comportamenti, chi non può fare questo discorso è chi all’interno di certe gestioni fa finta di non vedere e quindi è condizionabile.

A chi si riferisce?

Abbiamo avuto fenomeni eclatanti, la disavventura del cons. regionale Brancaccio e il caso Alvignano, la Camorra e i fenomeni malavitosi continuano ad incrementare. In dieci anni dei territori sono stati cementificati a tal punto che si è raddoppiata la popolazione e non c’è nessuno che spiega ragionevolmente che cosa è avvenuto. Viviamo in un territorio dove non c’è la partecipazione democratica, siamo in territori dove la democrazia non esiste! Questi posti hanno bisogno di dignità, non si può far passare i casalesi e i sanciprianesi, come camorristi, non possiamo far passare un popolo di lavoratori onesti come un popolo di delinquenti. A Casal Di Principe circa un mese fa abbiamo portato il procuratore nazionale antimafia Grasso, la magistratura napoletana, i vertici dello stato e Nicola Mancino, abbiamo posto un punto di partenza forte, ma non possiamo giustificare tutti i mali di Napoli solo per colpa della Camorra.

LEGGI LA PRIMA PARTE DELL’INTERVISTA

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