Sequestrati nel casertano due depositi di abbigliamento contraffatti

di Redazione

Un finanziere mostra capi di abbigliamento falsiSANT’ARPINO. Continua senza sosta l’impegno delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Caserta per contrastare la diffusione del dilagante fenomeno della produzione e commercializzazione di capi di abbigliamento contraffatti.



Un finanziere mostra la merce contraffatta posta I finanzieri della Compagnia di Marcianise hanno individuato due grossi depositi dove erano stoccati numerosi capi di abbigliamento ed accessori contraffatti. Da giorni le Fiamme Gialle erano sulle tracce di un algerino, L.B. di anni 44, noto agli investigatori per precedenti specifici per contraffazione di marchi e segni distintivi. Una indagine condotta con i metodi classici dei pedinamenti, degli appostamenti e delle osservazioni, che ha portato ad individuare due depositi ubicati rispettivamente a Sant’Arpino e Giugliano in Campania, nei quali l’extracomunitario, sposato con un’italiana e residente a Napoli, aveva messo da parte un piccolo tesoro. Enorme è stato lo stupore dei finanzieri quando hanno aperto le saracinesche dei due magazzini: al loro interno erano stoccati oltre 4.300 capi di abbigliamento ed oltre 3.700.000 accessori riportanti falsi marchi. Un enorme deposito del falso: scarpe, maglioni, felpe, jeans, sandali, camicie, borse, portafogli, t-shirt, occhiali e tanti altri prodotti delle più note griffes. Sono 68 in tutto le marche famose che sono state riprodotte: Gucci, Stone Island, D&G, Burberry, Versace, Ralph Lauren, Harmont & Blaine, Armani, Tommy Hilfiger, Lacoste, Diesel, Iceberg, Richmond, Fila, Trussardi, Prada, Hogan, Calvin Klein, Henry Cotton, Replay, Chanel, Fred Perry, Hugo Boss, Puma, Adidas, Fiat, Lewis, Bikkemberg, Valentino, England William, Guru, Baci e Abbracci, Sweet Years, Kappa, Asics, Monclear, Fendi e tanti altri ancora. È sconvolgente l’enorme quantitativo di accessori rinvenuti: sarebbero serviti a marchiare falsamente altrettanti capi di abbigliamento. Importante anche il rinvenimento di 32 clichet, finemente realizzati, che venivano utilizzati per riprodurre le etichette con il marchio da falsificare. Il responsabile è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per violazione degli artt. 473, 474 e 648 del codice penale.

il deposito di merce contraffatta posto sotto sequestro

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