Il TESORETTO del Ministro Antonio Di Pietro

di Redazione

Antonio Di PietroROMA. Siamo arrivati al nocciolo del problema: abbiamo stabilito l’entità del “tesoretto”, deciso la destinazione di quei soldi e programmato il lavoro per la prossima finanziaria, quella che definirà come gestire il Paese nel 2008. Il Consiglio dei Ministri è stato preceduto dal CIPE.

Antonio Di PietroInnanzitutto si è preso atto che sono entrati nelle casse dell’erario parecchi soldi in più rispetto a quelli preventivati e che eravamo fuori dai parametri dell’Unione Europea, i parametri di Maastricht: il primo intervento, circa 5 miliardi di euro, è servito a rientrare in tali parametri, per essere in regola con l’Unione Europea, riducendo il debito pubblico. Altri sei miliardi e mezzo di euro li abbiamo impiegati in una nuova manovra economica, dopo quella dell’anno scorso varata per coprire gli investimenti e la spesa corrente di quest’anno. Credo responsabilmente, ma valutate voi, li abbiamo divisi in questo modo:
– 2,3 miliardi per interventi in campo sociale;
– 2,3 miliardi per lo sviluppo;
– 1,9 miliardi per la sicurezza.
In particolare: 1,5 miliardi andranno ad aumentare le pensioni più basse a partire da settembre; 200 milioni saranno utilizzati per il riscatto, ai fini previdenziali, del periodo degli studi universitari; 700 milioni per gli ammortizzatori sociali, 600 milioni per i contributi figurativi di cui almeno 300 per giovani e 100 milioni per le politiche giovanili ai fini occupazionali; 300 milioni per l’aumento del salario di produttività. Gli aumenti delle pensioni più basse saranno anticipate a settembre di quest’anno, dando da subito circa 300-400 euro ciascuno. I 2,3 miliardi di sviluppo saranno utilizzati soprattutto dal mio Ministero, per Anas e Ferrovie. Mi sono battuto per ottenere questi fondi per i nuovi cantieri, che non vuol dire cementificare ma individuare le infrastrutture necessarie per le necessità primarie. Abbiamo invertito la tendenza: nella scorsa legislatura il 9% era stato destinato al sud e il resto al nord.

DPEF: solidarietà e sviluppo

Ora la distribuzione sarà al 50%, ed è giusto che sia così: c’è un’Italia sola. Ci sono, poi, 1,9 miliardi per la sicurezza nel suo complesso: rifinanziamento di interventi di assistenza e solidarietà all’estero che, sia chiaro, non sono spese militari; risorse ai Vigili del fuoco e alle forze dell’ordine. Infine, abbiamo approvato un mio documento: il DPEF Infrastrutture (Scarica il documentoScarica gli allegati): non mi servono 200 miliardi e non mi serve illudere i cittadini. Con 32 miliardi in cinque anni siamo in grado di attuare gli interventi prioritari nell’interesse di tutto il paese, regione per regione. Dando la possibilità anche ai privati di investire, possiamo realizzare le opere davvero necessarie, sia strade che, soprattutto, ferrovie alle quali andranno più dei due terzi degli investimenti. Vogliamo dare davvero un’alternativa praticabile all’utilizzo dell’automobile. Questi, dunque, gli interventi per la solidarietà e lo sviluppo. Oggi è stata una giornata di responsabilità di un governo che spesso viene accusato di non fare e verso il quale anche io ho avuto riserve, ad esempio in tema di giustizia. Ora ci auguriamo che la maggioranza in Parlamento, con la stessa responsabilità e unanimità, sappia cogliere questo momento di riscatto e di ripresa di fiducia dell’opinione pubblica che vuole fatti e non parole, risultati e non chiacchiere.
Oggi è stato un giorno di fatti e di risultati.”

www.antoniodipietro.com

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