Il Governo si spacca sul conflitto di interessi

di Antonio Taglialatela

Romano ProdiROMA. Crescono le tensioni nel Governo Prodi sulla legge per il conflitto di interessi. Il leader dell’Italia dei Valori e ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, minaccia l’astensione del suo partito dalla votazione del disegno di legge se non saranno incluse alcune modifiche per rendere il provvedimento più severo.

Antonio Di Pietro

Clemente MastellaModifiche che prevedono l’ineleggibilità in Parlamento dei condannati con sentenza penale passata in giudicato, l’incompatibilità per coloro che, trovandosi appunto in conflitto di interessi, nell’assumere un incarico di governo non rinuncino totalmente alla propria attività, l’ineleggibilità per chi non si liberi del proprio conflitto sei mesi prima della candidatura. Il principio del “blind trust” (l’affidamento della gestione del patrimonio ad amministratori di fiducia, nel caso di chi, trovandosi in conflitto, non voglia cedere le proprie attività), dunque, per Di Pietro non basta poiché, secondo il ministro, ci sarebbe il rischio che la persona che affida il suo patrimonio ad un gestore esterno alla fine venga comunque “informata su tutto”. Ad annunciare l’astensione dalla votazione anche il ministro della Giustizia e leader dell’Udeur, Clemente Mastella. I motivi, però, rispetto a Di Pietro sono altri. O meglio, non si tratta del solo conflitto di interessi, ma del problema che sta più a cuore a Mastella: la riforma della legge elettorale. “E’ la riforma elettorale il mio conflitto di interessi”, ha detto il ministro. “Vedo un gran movimento ma non mi sembra che si vada nella giusta direzione. Verso i miei colleghi sono stato chiaro: facciamo la legge elettorale che propongo io, così che il Governo e l’Unione arrivino fino in fondo alla legislatura e vincano anche le prossime elezioni”. E Il preludio già c’è stato da parte di Mastella: l’Udeur, infatti, non ha votato alla Camera pregiudiziali di costituzionalità presentate dall’opposizione sul conflitto di interessi ed hanno addirittura detto sì alla proposta di Forza Italia di sospendere per sei mesi l’esame della proposta di legge. Ciò non comprometterà l’iter del provvedimento a Montecitorio dove il centrosinistra gode di un’ampia maggioranza, mentre potrebbe creare seri problemi al Senato dove i tre senatori dell’Udeur (lo stesso Mastella, Barbato e Cusumano) sarebbero l’ago della bilancia.

Silvio BerlusconiIntanto, dal centrodestra intervengono i principali leader. “Se la maggioranza ritiene di rendere più rigorosa la legge siamo pronti a discuterla in Parlamento. Però non sopporto quando in certi momenti la stessa maggioranza prima agita la clava e poi la ripone per convenienza. Questo rende poco credibile tutto”, commenta il presidente di An Gianfranco Fini. “La legge sul conflitto di interessi è necessaria, ma senza intenti punitivi nei confronti di Berlusconi. Se si pensa di fare una legge che mira a danneggiare qualcuno, allora l’unico risultato è che non riusciranno ad approvarla”, ha detto Pierferdinando Casini dell’Udc. Il principale interessato, Silvio Berlusconi, ha invece ribadito che si tratta di “una legge assurda” e che non crede che in Parlamento “la sinistra avrà i numeri per approvarla, anche perché al suo interno ci sono tanti galantuomini”.

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