D’Angelo (Rc): “Un governo partecipato dal basso”

di Redazione

Adele D'AngeloAVERSA. “Se candidarsi vuole significare rendersi disponibile ad offrire in servizio alla società, per la sua crescita civile ed il suo progresso, il proprio patrimonio di conoscenze, esperienze, competenze, saperi, credo che nessuno possa, anzi debba, tirarsi indietro quando è chiamato a farlo”.

Per la candidata di Rifondazione Comunista, Adele D’Angelo, “significa, così, praticare la democrazia intesa nel suo genuino significato di governo partecipato dal basso. Più ampia è la disponibilità più si rende la democrazia “compiuta”, alla affermazione della quale tutti i veri democratici dovrebbero tendere. Più si partecipa con propri contributi offerti agli altri, più si può pretendere che gli altri lo facciano per te. Se, non dico tutti, ma molti partecipano, si contribuisce a risanare la politica di quel malessere, che per molti è la causa primaria del suo rifiuto: il suo esercizio quasi privatistico ed elitario praticato da pochi per gli interessi di pochi, fenomeno, questo,che si esalta maggiormente nelle dimensioni locali. Quali contributi credo di poter dare? Lo scenario del terzo millennio si dischiude su una società della competizione globale e dello sviluppo sostenibile e si sa che il nostro strumento più competitivo, in mancanza di risorse naturali, è il sapere, la conoscenza, il know how. Tutto l’impegno mio, in questo momento, va in questa direzione, lavorando per una scuola migliore e diversa: migliore Rifondazione Comunistaperché sia più attenta ed aperta al cambiamento, diversa perché si apra e serva alla società per recuperare il tempo perduto spogliandosi di quel tanto di lobbismo aristocratico che spesso la tenevano lontana o la facevano rifiutare alle classi meno privilegiate. Il lusinghiero successo del progetto ‘Scuole Aperte’, che la Regione Campania, nell’ambito dei compiti istituzionali dell’assessorato all’Istruzione, Formazione e Lavoro egregiamente retto da Corrado Gabriele, ha saputo proporre alla cittadinanza attiva, mi vede coinvolta con convinto entusiasmo, e non nascondo, con una punta di orgoglio, nella consapevolezza di rendere un servizio utile alla crescita culturale e civile della nostra società. Proponendosi per il governo di realtà locali non sarebbe serio riconoscere che è velleitaria ed impraticabile ogni proposta di riformismo strutturale, spettando questo ai livelli superiori di governo; ma è coerente e proponibile un riformismo funzionale per la corretta ed agevole applicazione dei principi ispiratori delle azioni del governo centrale: una maggiore efficienza funzionale li rende certamente più efficaci sia in termini di qualità dei servizi, sia in termini di costi. Una pianificazione strategica dei servizi pubblici si rende, quindi, indispensabile ed urgente”.

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