Prodi ottiene la fiducia dal Senato. La parola alla Camera

di Antonio Taglialatela

Berlusconi-ProdiROMA. Erano le 21 in punto di ieri sera quando, terminata la votazione, Romano Prodi ha ottenuto la fiducia del Senato per la continuazione del suo governo. Su 319 votanti, i “si” sono stati 162, i “no” 157.

Romano ProdiIl quorum richiesto era di 160 voti. Assenti i senatori a vita Giulio Andreotti e Sergio Pininfarina, i quali, lo scorso 21 febbraio, esprimendo voto contrario, avevano contribuito a mandare “sotto” il governo sulle linee di politica estera, assieme ai “dissidenti” comunisti Franco Turigliatto e Fernando Rossi, al senatore a vita Francesco Cossiga e all’ex IdV e presidente della Commissione Difesa del Senato Sergio De Gregorio. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dopo le consultazioni con le varie forze politiche, aveva rimandato Prodi alle Camere, chiedendo però una “maggioranza politica”, ossia “autosufficiente” rispetto ai voti dei sette senatori a vita. E’ così è stato, pur essendo rivelatosi un voto sul “filo di lana”. Ieri, infatti, oltre ai voti dei quattro senatori a vita (Ciampi, Montalcini, Colombo e Scalfaro) sono arrivati i “si” di Turigliatto e Rossi, assieme a quelli del senatore italo-argentino Luigi Pallaro e del “neo acquisto” della maggioranza Marco Follini (Italia di Mezzo), quest’ultimo bersagliato dagli ex alleati del centrodestra. De Gregorio e Cossiga, invece, hanno confermato il loro parere contrario.

Palazzo Montecitorio, sede della CameraSuperato lo scoglio del Senato, ora la parola passa alla Camera, dove il centrosinistra non avrà sicuramente problemi vista la maggioranza di cui gode. Il dibattito a Montecitorio è iniziato stamani, dopo le 10, alla presenza di Prodi e di alcuni ministri. Per domani mattina è prevista la replica del premier, dopodiché il voto di fiducia che inizierà attorno alle 12. Nonostante la vittoria di ieri, il governo nelle prossime settimane sarà chiamato a superare prove molto impegnative: dall’Afghanistan, alla Tav, dalla riforma delle pensioni ai “Dico”. E su questi punti, alcuni dei senatori che ieri hanno dato la fiducia (in primis Turigliatto) hanno già annunciato il loro “no”, anche se argomenti come Tav e coppie di fatto sono stati esclusi dai 12 punti programmatici proposti da Prodi prima del voto di fiducia.

Silvio BerlusconiSul rifinanziamento della missione in Afhganistan, però, il governo potrà contare sui voti dell’opposizione. Lo ha annunciato il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: “Voteremo si – ha detto l’ex premier – perché un Paese si deve comportare con serietà e deve avere una politica chiara e leale verso gli alleati”. Berlusconi si è anche espresso sulla riforma della legge elettorale, chiesta da più parti ma che lui definisce “un falso problema”. Per il Cavaliere, infatti, “si potrebbe votare anche con l’attuale sistema”, dal momento che si dichiara contrario ad una riforma secondo il modello tedesco (proporzionale con sbarramento al 5% e divieto di accordi pre-elettorali) o francese (maggioritario a doppio turno con ballottaggio). Berlusconi propone solo di modificare il premio di maggioranza al Senato da base regionale a base nazionale. “Tornare al sistema tedesco è buttare all’aria il bipolarismo introdotto in Italia anche grazie a me e alla mia forza politica”, ha detto. Mentre sul modello francese: “Non è assolutamente adatto. Molti elettori quando sono andati a votare una volta ritengono di avere esaurito il proprio dovere e non si presenterebbero al secondo turno”.

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