SPECIALE CONCLAVE DI CASERTA

di Antonio Taglialatela

Reggia di CasertaCASERTA. Tutto quello che è stato detto e fatto nel primo giorno del vertice dei ministri nella città della Reggia, con un Prodi mostratosi “rassegnato” e i ministripiù impegnati a litigare che a dialogare.

 I tre punti chiave: risanamento, equità e sviluppo. Con uno sguardo alla famiglia, al lavoro, all’energia e al ruolo internazionale dell’Italia. Senza trascurare il problema della sicurezza al Sud. Nel primo giorno (giovedì 11 gennaio) del seminario governativo ancora oggi in corso a Caserta. La due giorni è iniziata conl’incontro nel palazzo della Provincia di Corso Trieste tenuto da Prodi e Rutelli con il presidente della provincia De Franciscis, gli assessori (tra cui il sindaco di Gricignano, Andrea Lettieri) e consiglieri provinciali. Poi l’arrivo dei ministri e segretari di partito per il vertice nella Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione situata dinanzi alla reggia. Il premier Romano Prodi ha ripetuto la sua trita ricetta per il rilancio del Paese.

Nella foto, sopra: Prodi, De Franciscis e Rutelli; sotto: i tre assessori provinciali della Margherita Esposito, Farina e Lettieri

E, insieme al ministro dell’Economia Padoa Schioppa (secondocui bisogna “trasformare la ripresa in crescita” e si dice ottimista… per il 2011!), ha puntato tutto sul rispetto delle norme previste da una Finanziaria “né conservatrice né radicale” per far ripartire il Paese. Attorno a questi temi, infatti, è ruotata la sua relazione introduttiva.Un discorso scritto esclusivamente per i suoi ministri, inizialmente diffuso però da Radio Radicale attraverso il telefonino di Marco Pannella. A fare da contorno al vertice di due giorni nella Scuola Superiore della Pubblica amministrazione sono arrivati poi: la protesta di Legambiente contro l’uso dell’energia nucleare in Europa, i fischi ad alcuni ministri, la protesta dei fotografi accreditati per il poco spazio loro concesso, il caos e la ressa all’entrata degli edifici che ospiteranno gli esponenti di Governo.

De Franciscis, Prodi, BassolinoIntanto, Prodi pensa a scandire l’azione di governo con altri “seri appuntamenti di lavoro”, come ha definito l’incontro di Caserta. Idea rilanciata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Enrico Letta, che ha parlato, riferendosi in particolar modo a verifiche sulla Finanziaria, di un “tagliando bimestrale”. Cioè aggiornamenti in Consiglio dei ministri, da tenersi a fine febbraio e a fine aprile, che precederanno la verifica semestrale di giugno, a ridosso della presentazione del Dpef (Documento per la programmazione economica e finanziaria). Durante una conferenza stampa a margine del seminario, il premier ha parlato di alcune novità: “Pensiamo a istituire un’autorità nel settore dei trasporti, mentre invece ci sono altri settori dove bisogna semplificare, come ad esempio nel settore finanziario dove ci sono cinque autorità con duplicazioni e sovrapposizioni. Bisogna semplificare e concentrare”, ha spiegato.

Quindi ha assicurato che il Governo andrà avanti con la realizzazione di infrastrutture per le quali sono stati stanziati 91 miliardi di euro. E ha ironizzato sul blitz di Pannella, con l’aiuto dell’intervento “pacificatore” delle Iene: “A Romà – gli ha chiesto Enrico Lucci, inviato della trasmissione di Italia Uno – mi prometti che non litigate più tra di voi? Non è che uscite da qui e continuate a litigare fuori?”. Prodi prima lo ha salutato, “mi mancavi, ho chiesto di te…”, poi sorridendo ha assicurato: “Le liti tra di noi? Anche questo è stato ridimensionato”. Infine, un richiamo agli alleati: “Serve un’etica di coalizione per voltare pagina non solo con il programma, ma – ha precisato Prodi – anche nei principi”.

Prodi e D'AlemaA Caserta ogni ministro ha annunciato i temi che porterà all’attenzione del governo, e del Consiglio dei Ministri che si terrà oggi (prima volta nella storia repubblicana che un CdM si tiene lontano da Roma). Padoa-Schioppa, ministro dell’Economia, ha sottolineato come “non sia necessario spendere di più, ma spendere meglio”. Il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, ha parlato di riforma delle pensioni: “Nel 2007 si dovrà intervenire sulle pensioni per abolire lo scalone che aumenta di colpo l’età pensionabile. Per il resto, sarà necessario combattere il lavoro nero in modo da ampliare il gettito dei contributi ed evitare così ulteriori interventi sulla previdenza”. Antonio Di Pietro, titolare delle Infrastrutture, ha messo sul tappeto i problemi della giustizia, invitando a discutere di infrastrutture, occupazione e lavoro per i giovani. Poi non ha risparmiato una stoccata a Pannella: “È un problema politico, non la solita bravata”. Perché “non è possibile che qualcuno di nascosto intercetti le conversazioni altrui, addirittura quelle del Governo, senza chiedere il permesso”. Alla Pollastrini, ministro per le Pari Opportunità, è toccato puntualizzare sui Pacs: “In tempi rapidi si arriverà a una proposta di legge”. Mentre Rosi Bindi, ministro per la Famiglia, è apparsa di parere diverso, glissando sul termine del 31 gennaio previsto da un ordine del giorno che impegna la maggioranza a un decreto legge: “Vediamo, vediamo – ha detto la Bindi –. L’importante è fare le cose bene”.

Sono intervenuti, con alcune relazioni introduttive, anche i segretari di partito della maggioranza. Piero Fassino, segretario dei Ds, ha rimarcato come il 2007 debba essere l’anno della svolta; Oliviero Diliberto (Comunisti Italiani) ha parlato di pensioni e “salari troppo bassi” chiedendo di rispettare il programma; Marco Pannella (Radicali) ha chiesto a Prodi di riconoscere la lealtà del suo partito sempre considerato “estraneo e ostile”.

Padoa SchioppaIn serata, di fronte a tanto caos, pure Prodi (che dopo la bravata di Pannella ha dovuto anticipare alle ore 20 la conferenza stampa, inizialmente prevista per il giorno dopo, nel pomeriggio) è apparso rassegnato: “Noi non andiamo lontano se contrapponiamo questi discorsi tra riformismo e radicalismo. La nostra coalizione si è presentata come una polifonia poco armonica, spesso una cacofonia, perché nella comunicazione ciascuna delle componenti ha accentuato gli elementi identitari e gli aspetti che la differenziano dalle altre componenti. Se si continua così c’è il rischio di cadere in una spirale perversa”.

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