Camorra, arrestate figlie e nuora del boss Bidognetti

di Redazione

Colpo alla fazione Bidognetti del clan dei casalesi. La Direzione investigativa antimafia di Napoli ha arrestato cinque persone, tra cui due figlie e la nuora di Francesco Bidognetti, alias “Cicciotto ‘e mezzanotte”, capo storico e fondatore del clan dei casalesi con Francesco Schiavone, alias “Sandokan”, detenuto al 41 bis nel carcere dell’Aquila.

In un altro blitz, la squadra mobile di Caserta, la Guardia di Finanza di Formia e i carabinieri di Casal di Principe hanno eseguito un provvedimento restrittivo che riguarda altre ventisei affiliati alla cosca per estorsioni commesse sul territorio casertano.

Le misure cautelari eseguite dalla Dda contestano agli arrestati reati che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso alla ricettazione e l’estorsione. Gli inquirenti hanno raccolto elementi di prova sul fatto che Katia e Teresa Bidognetti, rispettivamente 35 e 26 anni, la prima ora in carcere mentre la seconda è domiciliari perché in gravidanza, insieme a Orietta Verso, 42 anni, anche lei ora in carcere, moglie del secondogenito del boss, Raffaele Bidognetti, tutte e tre sinora incensurate, avevano un ruolo apicale all’interno della ‘famiglia’.

Arrestato anche Vincenzo Bidognetti, conosciuto come “‘o bellillo”, che non è parente del capocosca nonostante il cognome, l’unico degli affiliati autorizzato a tenere rapporti con le tre donne e che faceva da tramite tra loro e le il resto della cosca. Anche il boss Francesco è stato raggiunto in carcere dalla misura cautelare.

Determinanti le dichiarazioni di Anna Carrino, madre delle due sorelle arrestate, collaboratrice di giustizia che con le sue confessioni ha messo in ginocchio il clan. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, è emerso come la reggenza del clan fosse saldamente in mano a Katia Bidognetti, che prendeva ordini direttamente dal padre durante i colloqui, tramite un consolidato sistema di allusioni e messaggi.

Durante i colloqui Francesco Bidognetti non esitava a parlare della condanna a morte emessa sull’ex moglie Anna Carrino, rivolgendosi alla figlia Katia: “Che fortuna che tiene, che la possano uccidere come dove sta mo lei la mamma e tutta la famiglia della mamma”. Nel 2008 un commando ha provato a uccidere la sorella della Carrino e sua figlia. A guidare il gruppo di fuoco Giuseppe Setola e il figlio minore dell’ex compagna del boss, Gianluca Bidognetti. 

Agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Formia (Latina), invece, è stato condotto, perché accusato di partecipazione ad associazione camorristica ed estorsione aggravata, Giovanni Lubello, ex marito di Katia Bidognetti. Questi ultimi sono accusati di estorsione aggravata dai metodi mafiosi in concorso tra loro per aver imposto somme di denaro loro non dovute, ai titolari al noto resort di Cellole “Mama Casa in Campagna”, imponendo loro l’acquisto di importanti partite di vino (20mila euro) a prezzo decisamente maggiorato rispetto a quello di mercato, avvalendosi della forza intimidatrice che il solo nome Bidognetti ancora incute negli operatori commerciali dei territori controllati dalla citata organizzazione camorristica.

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