Palermo, palestre trasformate in supermarket del doping: 4 arresti

di Redazione

Operazione dei Nas a Palermo smantella un giro illecito di sostanze anabolizzanti utilizzate nelle gare sportive amatoriali. Palestre erano state trasformate in supermercato del doping. Quattro persone Si tratta di Cesare Monte di Partinico, Gaspare Aiello di Partinico, Filippo Masucci di Palermo e Francesco Di Rosalia di Cinisi – sono state arrestate con l’accusa, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione e commercio di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive, al fine di alterare le prestazioni agonistiche di atleti gravitanti nel mondo del bodybuilding.

Perquisizioni domiciliari nei confronti di altre 21 persone, 16 delle quali indagate, a vario titolo, per gli stessi reati. Sei di esse sono ritenute responsabili di esercizio abusivo della professione sanitaria, in quanto dispensavano terapie mediche e piani nutrizionali, somministrando anche farmaci per curare gli effetti collaterali provocati dalle sostanze dopanti.

L’indagine ha preso il via da un controllo eseguito dagli ispettori investigativi antidoping del Nas di Palermo su un atleta, risultato poi positivo, della gara ciclistica “Granfondo MTB – Baronessa di Carini”, disputata a Carini (Palermo) il 29 maggio 2016. La positività ha originato una complessa attività investigativa, coordinata dalla procura, realizzata con servizi di osservazione, controllo e pedinamento, intercettazioni telefoniche e ambientali.

L’organizzazione utilizzava come base operativa e di copertura due palestre a Cinisi e Partinico e un negozio di integratori alimentari del Palermitano. Gli anabolizzanti venivano venduti al dettaglio o spediti nascosti all’interno di plichi veicolati da corrieri per consegne in città e in altre località d’Italia.

Si ipotizza che il volume d’affari dell’organizzazione si aggirasse sui 300mila euro annui circa, tenuto conto dei numerosi episodi di vendita documentati. Nel corso dell’attività investigativa è stato accertato che molti degli acquirenti erano atleti che praticano il bodybuilding a livello agonistico. In particolare, una delle palestre era diventata un vero e proprio “ambulatorio del doping”: all’interno dello spogliatoio i giovani bodybuilder si somministravano vicendevolmente le sostanze dopanti, attraverso iniezioni intramuscolo o sottocutanee.

L’operazione ha dimostrato come in questi ultimi anni, il “doping” si sia esponenzialmente e rapidamente diffuso anche tra gli atleti non professionisti. Le sostanze proibite sono molteplici, così come i metodi illegali di assunzione. Nel bodybuilding sono particolarmente utilizzati gli anabolizzanti per accrescere la massa muscolare e gli ormoni in grado di generare un aumento della forza e della muscolatura con gravi danni alla salute. IN ALTO IL VIDEO

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