Camorra e rifiuti, l’imprenditore Sergio Orsi torna agli arresti

di Redazione

L’imprenditore dei rifiuti Sergio Orsi, 63 anni, di Casal di Principe, è stato raggiunto da un provvedimento di carcerazione emesso dall’ufficio esecuzioni penali della Corte d’Appello di Napoli ed eseguito stamani dagli agenti della Squadra mobile di Caserta. Deve espiare la condanna ad un anno, 11 mesi e 28 giorni di reclusione per una sentenza passata in giudicato.

Già coinvolto in altre vicende giudiziarie e fratello del defunto Michele Orsi, ucciso in un agguato nel 2008, a Casal di Principe, dal gruppo di fuoco dei casalesi guidato dall’allora latitante Giuseppe Setola, Sergio Orsi fu arrestato nell’agosto del 2017, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nell’ambito di un’inchiesta relativa a estorsione in concorso, trasferimento e intestazione fittizia di beni e valori in concorso, aggravati dal metodo mafioso. Gli inquirenti accertarono come gli Orsi, negli anni 2010 e 2011, avessero fittiziamente ceduto una parte di una società operante nel settore dell’igiene urbana ad una seconda società intestata a prestanome, al solo fine di evitare la sottoposizione a misura patrimoniale.

Nel gennaio 2009 fu arrestato per la stipulazione di un “patto sociale paritario” con il clan dei casalesi, fazione Bidognetti, tramite cui questi giungeva in breve alla creazione di un monopolio criminale, e per una condotta truffaldina concretizzata nella stipula di un contratto di noleggio per un numero modesto di veicoli (mezzi concessi a disposizione dal socio occulto Gaetano Vassallo, ex re delle ecomafie, poi divenuto collaboratore di giustizia) tra le società “Eco4” e “Flora Ambiente”, strutture sociali entrambe nella titolarità di fatto dei fratelli Orsi, attraverso cui venivano indebitamente distratti fondi erariali corrispondenti al prezzo fissato unilateralmente per il noleggio, equivalenti all’astronomica somma di 631.490,15 euro per ciascun anno di efficacia del contratto. Il tutto con l’aggravante di avere agito nonché allo scopo di agevolare l’associazione mafiosa.

La polizia giudiziaria eseguì un sequestro preventivo di beni pari alla somma di 3 milioni e 360.968,26 euro, equivalente al credito vantato dalla “Flora Ambiente” nei confronti della “Eco4” per il nolo dei mezzi adibiti alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti, posta attiva illecita regolata il 22 gennaio 2007 mediante la cessione alla “Flora Ambiente” di crediti vantati dalla “Eco4” nei confronti dei Comuni di Castel Volturno, Vitulazio, Grazzanise e Bellona per i servizi resi di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani; quote sociali e beni aziendali di tre aziende operanti nel setto dell’edilizia con sedi nell’area del casertano, risultate, all’esito dell’attività investigativa, tutte riconducibili ai fratelli Michele e Sergio Orsi e gestite attraverso fiduciari e prestanome.

La “Flora Ambiente” è stata anche al centro del processo sulla Gmc, la “Gricignano Multiservizi”, a maggioranza pubblica, operante nel ramo della raccolta rifiuti, creata nei primi anni 2000 a Gricignano (Caserta), e in cui era confluito anche il comune di Orta di Atella, il cui braccio operativo era l’azienda dei fratelli Orsi, risultata avere legami con il clan dei casalesi. In primo grado il processo si è concluso, lo scorso 18 dicembre, con la piena assoluzione degli ex sindaci di Gricignano, Andrea Lettieri, e di Orta di Atella, Angelo Brancaccio, i quali, secondo l’accusa, avrebbero ottenuto, in cambio della concessione di appalti pubblici, dei vantaggi sia economici sia elettorali. Escluso qualsiasi collegamento al clan dei due imputati, prescritti gli altri reati.

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