Roma, spaccio tramite taxi e car sharing: arrestati 21 pusher “di spicco” della città

di Redazione

Da Ponte Milvio a Torpignattara avevano ridisegnato la mappa dello spaccio a Roma. E questa mattina la sezione antidroga della Squadra mobile, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Capitale, ha sgominato il gruppo: 21 le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti elementi di spicco della criminalità romana. Gestivano piazze di spaccio come Marranella, Torpignattara, La Rustica, Acilia, Infernetto, Pietralata, Fonte Nuova.

Tra i soggetti colpiti dall’ordinanza, emessa dal gip De Robbio del Tribunale di Roma, figurano Fabrizio Capogna, appartenente alla nota famiglia Capogna, e Gaetano Giuseppe Mazza, siciliano, residente in Colombia per gestire da vicino gli illeciti traffici di droga, tuttora ricercato. I pusher si spostavano con i taxi e con auto in car sharing per consegnare le dosi di droga. Tra gli arrestati c’è anche un personaggio legato all’ex capo ultras della Lazio, Fabrizio Piscitelli, ucciso in un agguato il 7 agosto scorso a Roma. Si tratta di David Barberis, di professione personal trainer, ma secondo gli inquirenti in stretto contatto con la malavita albanese, in particolare con Dorian Petoku, appartenente alla così detta batteria di Ponte Milvio, recentemente riemersa alle cronache in seguito all’omicidio di Fabrizio Piscitelli. Tra gli arrestati anche il pusher di Ponte Milvio legato a Piscitelli.

L’attività di indagine trae origine proprio da un ingente sequestro di cocaina, eseguito nel marzo 2017, che ha fatto emergere la figura di Barberis che aveva la gestione di un autonomo circuito di spaccio a Latina insieme a Casimiro Malafronte detto “Miro”. Secondo gli investigatori Barberis si riforniva da Alessio Di Gianfelice, vicino a Gaetano Giuseppe Mazza. Ulteriore contatto di Barbersi è stato il pregiudicato campano Egidio Longo detto “Gino Crodino”, collegato agli ambienti della camorra napoletana: riforniva le piazze di spaccio del litorale laziale spingendosi fino ad Acilia e all’Infernetto.

Barberis, inoltre, prendeva a “credito” cocaina da Luca De Dominicis, detto “Zoppo”, e Davide Fedeli, noti fornitori della piazza di spaccio della Rustica.  Fedeli aveva scelto quale fornitore ufficiale Fabrizio Capogna, già conosciuto negli ambienti della malavita romana, più volte colpito, in passato, da ordinanza di custodia cautelare in carcere, per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio a Tor Bella Monaca. Capogna usava utenze per lo più intestate a cittadini stranieri non rintracciabili, con i cui concordava gli appuntamenti senza però dare indirizzi di riferimento, lasciando intendere che i luoghi di incontro erano già prefissati in modo da eludere le attività investigative. La consegna dello stupefacente avveniva attraverso la “staffetta” dell’auto contente lo stupefacente.

Fedeli e De Dominicis rifornivano stabilmente di cocaina organizzazioni delinquenziali nascenti a Marranella e Torpignattara, luoghi in passato egemoni delle gesta delinquenziali di personaggi di spicco della malavita romana, quali Salvatore Sibio detto “Il tartaruga”. A capo del sodalizio Ali Omar Hassan Ghareb, definito dai sodali come “er boss della Maranella” unitamente a Daniele Alessandri, entrambi con il ruolo principale di prendere i contatti con i fornitori, recuperare il ricavato della vendita dello stupefacente e coordinare il collocamento, l’occultamento, la lavorazione e lo smercio di cocaina, hashish e marijuana; accanto a loro i sodali Davide Sellas e Gabriele Cirelli, con il compito di preparare le dosi e gestire le singole consegne agli acquirenti. La piazza di spaccio di Torpignattara, invece, era capeggiata dal pluripregiudicato Flavio Messina e dei sodali David Carmellini e Ivan Mugnini.

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