Gli “esorcismi” di Don Michele Barone: l’ex prete di Casapesenna resta in carcere

di Redazione

La Cassazione ha confermato la detenzione in carcere per Michele Barone, il 43enne ex sacerdote di Casapesenna (Caserta), arrestato  il 23 febbraio del 2018, insieme ad un poliziotto e ai genitori di una ragazzina sulla quale praticava esorcismi senza alcuna autorizzazione del vescovo. Barone è sotto processo al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di violenza sessuale aggravata e di maltrattamenti (leggi qui).

Con un verdetto depositato oggi, i supremi giudici hanno respinto il ricorso della difesa di Barone. Tre le donne ritenute vittime dell’ex sacerdote, tra cui una ragazzina di 15 anni, che avrebbero subito gli abusi durante riti di liberazione dal “male’” Barone venne fermato dalla Polizia all’Aeroporto di Napoli Capodichino, insieme ai genitori della minorenne, di ritorno da un viaggio a Cracovia nel febbraio 2018.

Secondo gli inquirenti, Barone avrebbe ingenerato nelle giovani donne la convinzione di essere possedute dal demonio, carpendo la loro buona fede e sottoponendole a trattamenti disumani e profondamente lesivi della loro integrità fisiopsichica, nonché della loro dignità. Infatti, nel corso di quotidiani riti di “liberazione e purificazione dell’anima”, le vittime sarebbero state violentemente percosse, brutalmente ingiuriate, costantemente minacciate e costrette a subire, contro la loro volontà, atti sessuali, consistiti in palpeggiamenti in zone erogene, nella sottoposizione forzata a denudazione e nella aberrante prassi di dormire, nude, insieme al prete e alla sua amante. Inoltre, sempre su indicazione del sacerdote, le giovani donne sarebbero state costrette a sospendere i trattamenti farmacologici cui erano in precedenza sottoposte per gravi patologie da cui erano affette e, addirittura, sempre a seguito di dictat del prelato, a sospendere la normale alimentazione e a nutrirsi per mesi con flebo di glucosio o latte e biscotti.

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