Trentola Ducenta, precipita da impalcatura: muore l’operaio Luigi Grassia

di Nicola Rosselli

Trentola Ducenta – Precipita da un’altezza di dieci metri e muore. Luigi Grassia, 51 anni, è morto sul colpo mentre era intento ad effettuare lavori di ristrutturazione del tetto di un edificio di una traversa di via delle Muse a Trentola Ducenta, in una zona a cavallo con Aversa e Lusciano, nei pressi dell’Istituto Cottolengo, a poche centinaia di metri dall’ex ospedale psichiatrico Santa Maria Maddalena.

Secondo una prima ricostruzione operata dai carabinieri della compagnia di Aversa e della locale stazione che, agli ordini del maggiore Terry Catalano, coordinati dai magistrati della procura della repubblica presso il tribunale di Napoli Nord, conducono le indagini sul mortale incidente, non erano ancora le 15, quando per cause ancora da accertare l’uomo sarebbe caduto da una lunga scala utilizzata per raggiungere il tetto di un edificio che stava riparando, compiendo un volo di una decina di metri finendo senza vita sull’asfalto sottostante, all’interno del cortile dell’abitazione privata. Inutili i soccorsi portati dai presenti. Luigi Grassia è morto nell’impatto con il suolo, all’interno del cortile dell’abitazione presso la quale stava lavorando.

Sul posto, oltre ai militari anche i tecnici e gli ispettori dello speciale nucleo infortuni sul lavoro dell’Asl di Caserta per i rilievi del caso, La vittima, secondo quando si è appreso, era intento a lavorare nella riparazione di un tetto di un edificio in una traversa di via delle Muse, per conto di una Cooperativa edile, specializzata nella realizzazione e nella manutenzione di tetti, della quale risulterebbe essere socio. Forse a causa del grande caldo, forse per altri motivi ancora da accertare, Luigi Grassia avrebbe avuto un malore, si sarebbe lamentato, come avrebbero raccontato dei presenti che non sarebbero riusciti a soccorrerlo, e avrebbe perso l’equilibrio finendo sull’asfalto, forse senza adeguate protezioni.

In questo senso sono in corso indagini per verificare se il responsabile della sicurezza del cantiere avesse predisposto tutti gli accorgimenti necessari per evitare eventuali cadute accidentali. A tale proposito, il magistrato che segue la vicenda ha disposto il sequestro del cantiere presso il quale la vittima stava lavorando, un’abitazione privata della quale era in corso la manutenzione del tetto. Lo stesso magistrato ha disposto anche il trasporto della salma presso l’istituto di medicina legale del secondo policlinico di Napoli dove sarà eseguito l’esame necroscopico per verificare se effettivamente il muratore trentolese abbia avuto un malore.

Luigi Grassia lascia la moglie e due ragazzi di 14 e 15 anni che sono giunti sul posto affranti per poi chiudersi in un muto dolore presso la propria abitazione dove hanno ricevuto visite incessanti di parenti ed amici che hanno testimoniato il loro affetto per una persona considerata un grande lavoratore dedito alla famiglia. Ora dovranno attendere, dopo l’effettuazione dell’esame necroscopico, la restituzione della salma per l’organizzazione dell’esequie.

Sul versante delle indagini, i carabinieri della locale stazione e gli ispettori dell’Asl di Caserta hanno ascoltato sul posto i presenti, i proprietari dell’edificio oggetto di ristrutturazione e il titolare dell’impresa per cercare di giungere ad una ricostruzione di quanto avvenuto. Come detto, l’ipotesi più accreditata, al momento, sembrerebbe essere quella del malore che gli avrebbe, poi, provocato la caduta mortale. Accanto a questa ipotesi da accertare, in ogni caso, la presenza di tutti i dispositivi di sicurezza. Ad un primo esame, la scala utilizzata per effettuare i lavori non sarebbe stata a norma. Al momento, comunque, gli atti sono secretati.

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