Genova, crollo Ponte Morandi: 20 indagati, anche Autostrade

di Redazione

Per il crollo del ponte Morandi, la Procura di Genova ha iscritto nel registro degli indagati venti persone e la società Autostrade per responsabilità dell’ente. Le accuse sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e omicidio colposo stradale plurimo. La società risponde di omicidio colposo plurimo aggravato dal mancato rispetto della normativa anti infortunistica.

“Non faremo sconti a un concessionario dopo una simile tragedia”, ha affermato il premier Giuseppe Conte. “Non posso dire oggi che si va verso la nazionalizzazione. A noi interessa tutelare a pieno il patrimonio dello Stato e avere massime garanzie di tutela dell’incolumità dei cittadini. Se questo avverrà attraverso la nazionalizzazione o una nuova gara con condizioni contrattuali diverse lo vedremo”.

Pochi giorni prima del crollo, i tecnici di Autostrade in alcuni sms e chat parlavano della “criticità” della struttura, in particolare della “preoccupazione per la tenuta degli stralli”. E’ quanto emerge da alcune conversazioni salvate nei cellulari sequestrati dalla Procura. I messaggi risalgono a prima del 14 agosto, giorno della tragedia, e sono parte di conversazioni tra ingegneri che i pm stanno cercando di contestualizzare per capire se si riferiscono ai tiranti poi coinvolti nel crollo e, dunque, se Autostrade fosse consapevole dell’effettiva situazione di rischio del ponte. Il cedimento di un tirante è considerata in particolare, anche grazie ad alcune testimonianze, la causa più probabile del crollo del ponte.

Intanto, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha invocato “tempi brevi” per l’attuazione del “decreto Genova”. “Ho sentito autorevoli esponenti di governo parlare di giorni e non di settimane, mi auguro che sia così”, ha dichiarato il governatore.

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