“Guerra” tra Aversa e Carinaro per villa comunale. Masi: “Ansie palazzinare?”

di Livia Fattore

E’ guerra di confine tra Aversa e Carinaro con la prima che sembra volersi appropriare di quella che da anni è la villa comunale del paese confinante, tanto che a Carinaro, per domenica prossima, l’associazione culturale “Terra Nostra”, terrà nella piazza centrale del paese una pubblica assemblea per discutere su quello che i carinaresi già definiscono lo “scippo”. Si tratta di due spazi pubblici, facenti parte di una vasta area di 50mila metri quadrato da sempre di proprietà del Demanio dello Stato e trasferiti da marzo 2015, a seguito del federalismo demaniale, al Comune di Aversa. Questa vasta area era stata ottenuta in locazione dal Demanio dello Stato sin dal 1974 dal Comune di Carinaro e nel tempo trasformata in una grande area di verde attrezzato, composta da una villa comunale, da un’area parcheggio e mercato ed un’altra area destinata a spazi di socializzazione e di spettacoli all’aperto.

Il sindaco dell’epoca Mario Masi aveva avuto negli anni ’70 l’intuizione che quella che era un’area abbandonata, ridotta a discarica a cielo aperto, poteva essere una vera risorsa se trasformata in una meravigliosa area attrezzata, un bel biglietto di ingresso al paese. Cosa che divenne negli anni successivi alla locazione. Erano aree attrezzate aperte all’uso pubblico anche dei cittadini di Aversa delle zone limitrofe.

Nel 2011, su richiesta del sindaco Ciaramella e del consigliere Paolo Santulli, l’Amministrazione di Carinaro diede l’assenso al Comune di Aversa per subentrare nel contratto di fitto di parte di quell’area per potervi realizzare la famosa pista di atletica, di cui da tempo si parla ad Aversa, non riuscendo il Comune normanno a trovare nella città una area libera. Senza quell’espresso assenso del Comune di Carinaro, Aversa avrebbe perduto il finanziamento della pista di atletica.

Il Consiglio comunale di Carinaro, però, rilasciò l’assenso a condizione, tra le altre, che l’Amministrazione di Aversa avrebbe preso l’impegno di continuare a fittare gli spazi della Villa comunale e del parcheggio-mercato per altri 25/30 anni, una volta divenuta proprietaria del bene a seguito del federalismo demaniale. Divenuta nuova proprietaria, Aversa, sin dal marzo scorso, di fatto non ha mantenuto l’impegno trascritto negli atti ufficiali e nelle strette di mano degli amministratori dell’epoca e, dopo due anni di attesa, un mese fa, ha ceduto solamente per due anni in comodato d’uso gratuito al Comune di Carinaro lo spazio della sola Villa Comunale, con l’onere di manutenerla, custodirla e riparare i danni conseguenti alla terribile perturbazione atmosferica di qualche mese fa.

L’ex sindaco Masi, che per la locazione dell’area avuta dallo Stato nel 1974 e per la sua trasformazione nel corso degli anni in uno straordinario spazio attrezzato era stato la vera anima, è infuriato a sentire che viene concesso soltanto l’uso gratuito della sola villa per soli due anni. “Cosa succederà – si chiede il sindaco ‘storico’ di Carinaro – dopo i due anni? Perché l’uso gratuito e non una nuova locazione per 20 anni? Cosa si nasconde dietro queste manovre? Nessuno dimentichi che nel corso di oltre 40 anni sono sempre arrivate a Carinaro eco di vecchie e mai sopite ansie palazzinare su quell’area, voci che possono essere spente soltanto con la conferma della locazione dell’area al Comune di Carinaro e con la destinazione urbanistica che ad essa Aversa dovrà dare nel redigendo Puc”.

“E’ veramente grave – conclude Masi – che dopo tanti anni di rapporto di buon vicinato intercorso con Aversa che per oltre mezzo secolo ci ha visti impegnati ad assicurare agli abitanti di via Petrarca ed anche a molti di Via Boccaccio infrastrutture primarie come la fognatura, l’acqua, la pubblica illuminazione e persino recentemente il metano, dobbiamo essere trattati in questo modo dagli amministratori aversani. Ci dispiace se dopo tanti anni di buona amicizia, dovremmo essere costretti ad alzare le barricate. E, credetemi questa è l’ultima cosa che Carinaro vuole fare”.

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