Wi-Fi e campi elettromagnetici: possibile danno alla salute? Forum a Milano

di Redazione

Computer, cellulari, televisione, Wi-Fi e molto altro, ci circonda quotidianamente facendoci letteralmente vivere in una fitta rete invisibile di campi elettromagnetici. I campi elettromagnetici sono presenti ovunque ed hanno sia origini naturali (magnetismo terrestre; radiazioni solari ecc.; radioattività assorbita dalle faglie sotterranee d’acqua)  che artificiali,  cioè  prodotti realizzati per agevolare la vita dell’uomo.

L’essere umano non percepisce sempre consapevolmente il disagio, o in ogni caso non lo attribuisce ad una data fonte a differenza degli animali che invece, sono molto più sensibili al fenomeno dell’elettromagnetismo. Forse pochi sanno infatti che i nostri amici a quattro zampe percepiscono fortemente la presenza di campi elettromagnetici ed ognuno, a suo modo, si comporta diversamente onde arginare il problema. I cani cercano di evitare zone particolarmente inquinate, preferendo luoghi per il loro riposo più neutri, i gatti invece, scelgono i luoghi maggiormente esposti della casa e, allocandosi proprio nei punti di maggiore concentrazione, tendono a “proteggere” i loro amici umani, addirittura assorbendoli.

Strumenti ad uso abituale e dall’insospettabile aspetto, potrebbero divenire più che dei benevoli alleati della vita quotidiana dei veri e propri leciti killer. Ci siamo mai chiesti infatti come funzionino le sofisticate apparecchiature che ogni giorno sosteniamo “agevolino la vita”? Abitualmente andiamo letteralmente in tilt quando il Wi-Fi del nostro ufficio o della nostra casa non funziona, o quando il nostro telefono cellulare non recepisca efficientemente il segnale, ma abbiamo mai riflettuto seriamente su quanto caro possa costare alla nostra salute l’essere continuamente bombardati da invisibili e pur esistenti campi elettromagnetici?

E’ da qualche anno ormai che l’opinione pubblica è sempre più desiderosa di essere informata e capire se ciò che usiamo con quotidianità, può produrre un vero e proprio danno alla salute. Associazioni di cittadini, studiosi della materia o semplicemente curiosi, sono sempre più attivi nell’apprendere e diffondere informazioni su quello che oramai è chiamato elettrosmog, ovverossia l’inquinamento prodotto dall’abuso di apparecchiature producenti onde magnetiche che, pur non essendo sempre percettibili attraverso i cinque sensi, esistono e creano disturbi di varia natura.

Secondo recenti studi il fenomeno dilagante interesserebbe non solo l’essere umano, ma anche il mondo animale e verosimilmente anche quello vegetale. Addirittura pare che dei germogli, sottoposti costantemente ad un bombardamento radioattivo, subiscano altra sorte rispetto ai cugini non irradiati. Altri esperimenti ancora effettuati sui topi, hanno dimostrato come la loro fertilità sia nettamente diminuita se sottoposti con costanza a certe frequenze magnetiche.

Ciò appare ancora più vero se si pensa a come un essere umano di altezza e peso medio (1,75 altezza; 70 chili) sollecitato opportunamente (70 MHz) si comporti a par modo di una vera e propria antenna a ½ onda, assorbendo egli stesso l’energia prodotta da dati strumentazioni e con chi sa quali conseguenze per la sua salute.

E se a breve termine i disagi possono manifestarsi attraverso astenia, mal di testa, cambiamenti d’umore, fastidi agli occhi o più semplicemente il riscaldamento delle aree immediatamente circostanti alla fonte emittente, è certamente più difficile collegare l’insorgenza di una patologia fortemente dannosa ed a lungo termine come un tumore derivante dall’utilizzo di un telefono cellulare per molte ore al giorno.

Ciò che è stato però fino ad oggi, ha subito un profondo “scossone” dalla oramai celebre sentenza del Tribunale di Ivrea (sentenza n. 96 del 30 marzo 2017) che finalmente ha statuito l’esistenza di un nesso causale tra l’insorgenza di gravi patologie e l’uso dei telefoni cellulari, anche se ancor prima, tal cosa era stata asserita, sebbene con meno scalpore, dalla Sentenza “Marcolini” emessa il 12 ottobre 2012 addirittura dalla Suprema Corte di Cassazione Sezione Lavoro.

E’ da molti anni che ricercatori e studiosi del settore sono preoccupati per le conseguenze deleterie dell’eccessiva esposizione ai campi elettromagnetici e già nel lontano ottobre del 2008 l’Osservatorio Giuridico Italiano, proponeva questa delicata tematica attraverso un convegno realizzato con il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Santa Maria Capua Vetere ed in cui prendevano parte l’avvocato Tiziana Barrella, organizzatrice dell’evento, il professor Nicola Limardo, esperto della materia, il dottor Luigi Levita, magistrato, ed altri professionisti. Durante l’evento si invitava proprio alla riflessione sul delicato tema e si argomentava anche circa la poco elaborata tutela legislativa esistente.

A distanza di nove anni, i precursori di questo importante impegno organizzano un nuovo incontro presso il Foro di Milano ed accanto ai rodati professionisti che già nel 2008 avevano anticipato ciò che oggi ha invaso le prime pagine di tutti i giornali, grandi nomi del mondo della Psichiatria, della Medicina, del Giornalismo Investigativo e dell’Avvocatura sono pronti ad offrire il loro contributo sulla scottante tematica. Il professor Alessandro Meluzzi, noto psichiatra; il professor Giovanni Presta, medico legale; la dottoressa Ilaria Mura, giornalista investigativa e gli avvocati Mauro la Franceschina e Roberto Parente, affiancheranno i già su citati colleghi di percorso anticipatari del fenomeno.

“Abbiamo organizzato, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Milano, un convegno in cui spiegare la delicata questione e riflettere, insieme ai già numerosissimi colleghi che aderiranno all’evento, sulla disciplina esistente in materia di campi elettromagnetici, un fenomeno che, già nove anni fa, quando affrontammo per la prima volta istituzionalmente presso un organismo forense l’argomento, appariva ai nostri occhi davvero preoccupante. Discutemmo circa una possibile tutela sia da un punto di vista concreto che da un punto di vista legale e dopo quegli anni, fortunatamente molte cose sono cambiate, almeno in termini di informazioni. Milano sarà una nuova importante tappa soprattutto alla luce della recentissima sentenza emessa dal Tribunale di Ivrea, che certamente ed inaspettatamente agevola moltissimo il nostro impegno”, afferma l’avvocato Tiziana Barrella, responsabile scientifico dell’Osservatorio Giuridico Italiano.

Sono molte ad oggi le segnalazioni delle problematiche inerenti al tema e purtroppo, sono altrettanto numerose le considerazioni che sarebbero da farsi sull’argomento. Ciò che può auspicarsi in ogni caso è che il nostro legislatore possa intervenire severamente a disciplinare in modo capillare la materia.

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