Gentiloni rassicura: “Non è un governo provvisorio. Abbasseremo le tasse”

di Stefania Arpaia

“Questo non è un governo provvisorio”, ha detto il premier Paolo Gentiloni nel corso della trasmissione televisiva Rai “Domenica In” al presentatore Pippo Baudo.

“Abbiamo molte cose da completare e delle cose nuove e importanti – ha detto Gentiloni – Il nostro obiettivo nel Def è quello di abbassare ulteriormente le tasse sul lavoro. Dobbiamo rendere gli investimenti più vantaggiosi. I miracoli sono esclusi, quelli li fanno i cittadini con i loro sacrifici, ma l’impegno nelle riforme è assicurato. Questo non è un governo provvisorio, è in doverosa continuità con quello che presiedeva Renzi e intendo arrivare a fine legislatura”.

“Abbiamo fatto molte cose sul piano delle regole. Si sono creati 700mila posti di lavori senza clamore, anche se la disoccupazione giovanile è ancora molto alta – ha spiegato il capo dei ministri – Le cicatrici della crisi si fanno sentire ancora e che ci sia una crisi di fiducia è abbastanza comprensibile. Ma le cose fatte in questi anni ci hanno rimesso in carreggiata e penso che le cose possono migliorare non solo nei grandi numeri astratti ma anche nelle nostre buste paga”.

In merito al Sud Italia ha detto: “Mi darebbero un premio Nobel, se avessi una ricetta semplice per far crescere il Mezzogiorno, che comunque ha forti potenzialità come aveva capito alla grande Carlo Azeglio Ciampi”.

Poi sull’Unione Europea ha dichiarato: “E’ rigidissima sugli zero virgola dei bilanci e non su altre cose ma  è da tenersi ben stretta. L’Europa deve aiutare la crescita e non deprimerla. Una mano, Bruxelles, però ce la può dare da subito attraverso il fondo di emergenza, con una cifra attorno al miliardo» sia «consentendo di togliere dai conteggi deficit/pil le spese per il sisma. E comunque, evviva l’Europa: senza di essa, diventeremmo tante piccole patrie in lotta tra di loro”.

In conclusione del suo discorso, Gentiloni ha rivolto un invito al Parlamento: “Vorrei un luogo dove ci siano meno litigi e più leggi. Vorrei un Parlamento in cui si collabori maggiormente, che mantenendo le differenze lavori nell’interesse del Paese”.

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