Aversa e il Settecento napoletano, Dell’Aversana: “Cimarosa influenzò Beethoven”

di Gabriella Ronza

È avvenuto venerdì 23 dicembre nella casa della Cultura “Caianiello”, l’incontro organizzato dall’Accademia di Santa Sofia di Benevento, presieduta dal professor Salvatore Palladino.

Al centro dell’evento: Napoli e il suo patrimonio musicale settecentesco. La città partenopea fu una delle realtà culturali più dinamiche del Settecento europeo, seconda per importanza, forse solo a Parigi e Roma. In ambito musicale tale rilievo divenne primato: artisti di grandi capacità operarono o videro i natali nel territorio napoletano, fornendo un contributo unico alla storia musicale, non solamente nel campo della produzione, ma anche in quello della didattica e della formazione.

Basti citare i nomi di Scarlatti, Leo, Paisiello, Durante, Pergolesi, Iommelli e Cimarosa. Questa egemonia artistica, nell’ultimo frangente temporale, è stata degnamente celebrata e rivendicata, ridimensionando lo “charme” di molti paesi del Nord Europa, celebrati forse sproporzionatamente dalla storia della musica.

Tale revisione sembra oggi attribuire alle nostre realtà locali una supremazia culturale che fu ispiratrice della musica romantica dell’Ottocento e dell’Opera Lirica italiana.

Una lunga discussione su questi argomenti è stata offerta da due grandi musologi: il Professore Fabio dell’Aversana ed il Maestro Giuseppe Monetti.

La relazione del Professore Dell’Aversana, sapientemente introdotta e stimolata da quella del Maestro Monetti, ha analizzato le nove composizioni per cembalo di Fedele Fenaroli, un insegnante di musica abruzzese che influenzò anche la formazione e la crescita artistica di Domenico Cimarosa, che a dire del relatore ha a sua volta influito addirittura sulla musica pianistica di Beethoven. Il relatore si era già occupato dell’argomento in un recente lavoro monografico, pubblicato nel 2015, per la PM edizioni e relazionato mirabilmente, in occasione del Convegno Internazionale di Hapmac 2016, organizzato nel luglio di quest’anno, presso l’Università di Nottingham.

A Napoli la musica era necessità per la quale ben presto si rese necessaria una sorta di fissazione scritta (prima era una consuetudine orale). Fenaroli diede un contributo determinante in tal senso e lo fece con la capacità di un formatore dalle doti uniche, sicuramente incidendo sugli sviluppi successivi della musica meridionale. Nel corso della lectio, i due relatori hanno analizzato e fatto ascoltare agli spettatori presenti, le prime tre sonate del musicista abruzzese, scoperte dal Maestro Cirillo nella Biblioteca “San Pietro a Maiella” di Napoli, ponendo in evidenza un’eredità musicale viva e presente in molti artisti che vissero a Napoli, nei periodi successivi.

Intanto, si sta già aprendo la strada per un’ulteriore incontro, che si svolgerà nei prossimi giorni  nuovamente sul tema della didattica musicale. In esso, gli stessi relatori offriranno un excursus della Scuola Napoletana, attraverso una disanima delle figure che maggiormente hanno contribuito alla formazione dei più grandi ed importanti musicisti di quel tempo. Nella relazione si partirà dalla produzione didattica di Francesco Durante per arrivare a descrivere le evoluzioni artistiche fino ai giorni odierni.

L’evento si terrà ancora in Aversa, nella Cappella di san Bartolomeo in Via Vittorio Emanuele, il giorno 30 dicembre, alle ore 18,30.

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