Pizzo, droga e armi: scacco al clan di Pietraperzia

di Redazione

Enna – Operazione antimafia dei carabinieri di Enna, che hanno arrestato dieci persone su ordine del tribunale di Caltanissetta emesso su richiesta della Dda. Nell’operazione sono stati impegnati oltre 80 militari, supportati da unità cinofile per la ricerca di armi e droga e da un elicottero del nucleo carabinieri di Catania.

In manette sono finiti gli esponenti della famiglia mafiosa di Pietraperzia, che secondo le indagini condotte dalla compagnia dei carabinieri di Piazza Armerina, tra aprile 2011 e dicembre 2013, hanno ricostruito le dinamiche mafiose messe in atto a Pietraperzia dal clan facente capo ai fratelli Giovanni e Vincenzo Monachino, il primo dei quali al momento in libertà vigilata ed entrambi in passato già condannati per associazione a delinquere di tipo mafioso. Gli arrestati devono rispondere di associazione mafiosa, estorsioni, traffico di stupefacenti e detenzione illegale di armi e munizioni.

Accertata dagli investigatori la programmazione di attività criminali (rapine, estorsioni, traffici di droga, attentati e danneggiamenti), la disponibilità di armi, al punto che in più occasioni venivano organizzate vere e proprie esercitazioni di tiro presso improvvisati poligoni nelle campagne di Pietraperzia, il controllo delle attività delittuose della criminalità comune, la disponibilità a intervenire per dirimere qualsiasi controversia tra privati cittadini come mediatori di Cosa nostra, e l’azione di controllo del territorio che permetteva al clan di essere informati sulle attività delle forze dell’ordine nel paese.

Il clan agiva anche nell’interesse di altri mafiosi detenuti e dei loro familiari e avvicinava gli imprenditori per imporre il pizzo o l’assunzione di un appartenente al clan o di persone vicine all’organizzazione mafiosa.

Accertata una richiesta estorsiva per svariate magliaia di euro ai danni di un’impresa edile aggiudicataria di un appalto pubblico del valore di 6 milioni di euro, riguardante la manutenzione dell’autostrada A/19, e l’assunzione di alcuni soggetti appartenenti o vicini alla famiglia mafiosa di Pietraperzia ai danni di una ditta aggiudicataria di vari appalti pubblici per il rifacimento della rete idrica di alcuni Comuni della Provincia di Enna.

Documentata la disponibilità dell’organizzazione criminale di svariate armi con relative munizioni. Nel corso delle indagini sono stati rinvenuti e sequestrati ingenti quantitativi di cartucce di vario calibro, un’apparecchiatura per la costruzione di cartucce per pistola cal. 7.65 e varie parti di armi che, una volta assemblate, venivano utilizzate come armi da fuoco. Gli arrestati arrivavano ad esercitarsi in improvvisati poligoni di tiro nella campagne e con le quali spesso andavano in giro per le strade del paese al fine di garantire la propria sicurezza personale.

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